fascismoestero

Il fascismo e gli italiani all’estero. Una rassegna storiografica

 

I rapporti fra i migranti e le patrie di origine stanno guadagnandosi un posto crescente nel dibattito sulla storia delle migrazioni. Categorie interpretative quali diaspora e transnazionalismo, sebbene molto discusse e non accettate universalmente, vengono sempre più applicate negli studi migratori. Esse fanno del riferimento politico, sociale ed economico alla madrepatria uno degli aspetti fondanti dell’esperienza dei migranti all’estero1. In Italia si registra l’aumento d’attenzione per l’emigrazione italiana: proprio i legami e le forme di lealtà dei migranti italiani alla terra d’origine sono sempre più oggetto di indagine2. In questo ambito l’analisi del diffuso legame fra gli italiani all’estero e il regime ha registrato negli ultimi anni una vera e propria crescita esponenziale nella letteratura3.

L’interesse per il tema ha avuto inizio nei primi anni Settanta, quando Enzo Santarelli ha investigato il ruolo dei fasci italiani all’estero4. In seguito alcuni autori hanno cercato di inquadrare più in generale il rapporto fra il regime e il mondo dell’emigrazione5, delineando anche i rapporti con la Chiesa cattolica6. Proprio l’importanza che i sacerdoti avevano nelle comunità italiane all’estero ha indotto gli storici nei decenni successivi ad approfondire l’argomento, dimostrando come all’estero la Chiesa abbia giocato un importante ruolo di sostegno al regime e di diffusione del consenso fra gli immigrati7.
Gli anni Settanta hanno visto anche l’inizio dell’indagine sul rapporto fra il regime e le cospicue comunità italiane negli Stati Uniti, il cui indiscusso filo-fascismo è stato per primo preso in considerazione da John P. Diggins8 e in seguito approfondito dal compianto Philip V. Cannistraro9, vero pioniere di questo filone di studi. Infine alcuni contributi hanno preso in esame i rapporti fra gli italiani all’estero e il fascismo in contesti locali, quali quello svizzero10 ed australiano11.
Negli anni Ottanta alcuni studi hanno approfondito la politica e l’immagine fascista dell’emigrazione12, il ruolo dei fasci italiani all’estero13 e della propaganda (con particolare attenzione all’uso della radio e della cinematografia) 14, casi locali come quello canadese15 e belga16. Emilio Gentile, pioniere degli studi sull’ideologia e la simbologia del fascismo italiano17, ha per primo, seppur limitatamente a un case study, analizzato le componenti ideologiche del fascismo riguardo la questione migratoria18. Il tema è stato approfondito in un fondamentale saggio del 1995” 19, cui, purtroppo, lo storico romano non ha dato ulteriore seguito. Il contributo era inserito in un numero monografico della rivista interamente dedicato al tema del fascismo e gli italiani all’estero20.
Gli anni Novanta hanno visto nuovi contributi sul tema fascismo-emigrazione21, con una puntualizzazione anche sul caso degli italiani in Egitto22. Nel 1999 Angelo Principe ha analizzato per il caso canadese il ruolo della stampa etnica (strumento fondamentale del regime per la ricerca del consenso nelle comunità), presto imitato da una serie di studi sull’argomento23. Brunello Mantelli ha analizzato le forme di emigrazione di lavoratori italiani “guidata” dal regime nella Germania nazista24. L’interessante contributo di Claudia Baldoli sui fasci inglesi ha aperto maggiormente alla storia sociale rispetto al taglio prettamente politico dei precedenti studi, investigando i tentativi di indottrinamento fascista della gioventù italiana oriunda nelle scuole italiane in Gran Bretagna25.
Un taglio di analisi inedito è stato inaugurato da Pierre Codiroli che, nei suoi studi sui tentativi di infiltrazione fascista in Svizzera, ha inserito la variante della propaganda culturale come significativo strumento per raggiungere le comunità italiane26. Del resto il rapporto fra gli italiani all’estero, il regime fascista e la cultura italiana (da intendersi come strumento totalitario del regime) era già stato indagato negli anni Settanta con uno studio sulle scuole italiane all’estero27, seguito da lavori sui contesti locali brasiliano, tunisino ed egiziano28. In ambito culturale una certa attenzione è stata rivolta alla Società Dante Alighieri29, organizzazione attiva dall’800 per la diffusione della lingua italiana oltre i confini nazionali e dagli anni Trenta totalmente assoggettata al regime. L’ambito culturale negli studi etnici ha avuto una certa diffusione soprattutto per il caso delle “Little Italies” statunitensi30.
La svolta del millennio ha registrato un intensificarsi degli studi sul rapporto fra fascismo e italiani all’estero, inserendo a pieno titolo questo capitolo all’interno della storia d’Italia, come dimostrato dallo spazio riservato alla voce “Fasci italiani all’estero” in vari dizionari di storia del fascismo e dell’emigrazione italiana e nei manuali di politica estera italiana31. Accanto a case studies32, alcuni articoli hanno cercato di recuperare l’aspetto più prettamente ideologico della politica del regime per gli italiani all’estero33; in particolare il brasiliano João Fabio Bertonha ha comparato lo sforzo fascista nelle aree germanica, anglofona e latina34. Alcuni autori hanno ampliato precedenti studi per redigere monografie. Stefano Luconi ha mostrato come il regime abbia concepito le comunità italo-americane come forze lobbystiche ed elettorali da sfruttare negli Stati Uniti per i propri interessi grazie alla cittadinanza americana35. Claudia Baldoli ha analizzato il caso degli italiani in Gran Bretagna e i tentativi fascisti di “corporativizzare” le comunità italiane36. In controtendenza alla precedente storiografia (che sosteneva che negli anni Trenta i fasci all’estero avevano avuto un ruolo marginale anche per volontà di Roma) ha mostrato come su suolo inglese le sezioni fasciste abbiano agito costantemente per realizzare un progetto di controllo totalitario delle comunità italiane. Baldoli ha anche analizzato il rapporto del fascismo italiano con il movimento fascista inglese della British Union of Fascists, nonché il ruolo dell’ambasciatore Dino Grandi. Per il caso statunitense il sottoscritto ha preso in esame l’insuccesso politico e le basi sociali dei fasci37. Matteo Sanfilippo e Emilio Franzina hanno tentato un approccio comparativo al problema, curando una collettanea laterziana sulle esperienze di vari fasci nel mondo e cercando così di dare un quadro generale (seppur non sistematico) delle politiche fasciste per gli italiani all’estero38. Sebbene non sia stato esente da critiche per la supposta scarsa coesione e omogeneità dei contributi39, il volume ha avuto il merito di intraprendere per la prima volta una serie indagine d’insieme del problema. Ha così probabilmente offerto lo spunto per la recente pubblicazione di un’altra collettanea, a cura di Eugenia Scarzanella, sulla complessa esperienza filo-fascista degli italiani in Sud America, in cui sono stati analizzati in particolare i casi argentino, brasiliano e peruviano40. Inoltre in questa opera si è cercato di sciogliere due nodi tematici, vale a dire i meccanismi di creazione del consenso degli italo-sudamericani e il rapporto fra fascismo etnico, movimenti fascisti autoctoni e governi autoritari indigeni41.
Sebbene molto sia stato scritto in questi ultimi anni sui rapporti fra fascismo e italiani all’estero sembra che ancora molto lavoro debba essere svolto. Infatti al momento, paradossalmente, nessun lavoro delinea sistematicamente le linee generali della politica fascista di propaganda e di assistenza agli italiani all’estero. Il recente volume di Benedetta Garzarelli sulla propaganda fascista all’estero (che aiuta a colmare una grave e cronica lacuna nel settore) si occupa infatti assai poco dello sforzo di Roma per gli italiani fuori d’Italia42. Ancora più paradossale è che nessuno abbia svolto uno studio sulla Direzione generale degli italiani all’estero, organo di gestione delle politiche fasciste per le comunità italiane all’estero, nonché struttura fra le più fascistizzate del regime. Scarsi sono anche gli studi su altri importanti organismi quali i consolati43 e i dopolavoro44. Inoltre lo stato dei lavori a carattere locale non è sempre adeguato alla consistenza di certe comunità all’estero. Rispetto agli Stati Uniti la storiografia ha ampliamente analizzato lo stretto rapporto fra madrepatria e comunità italo-americane negli anni del fascismo45; in particolare da anni Stefano Luconi offre i maggiori contributi sul tema da un punto di vista ideologico (si vedano le forme di antisemitismo nelle “Little Italies” americane) 46, politico47 e propagandistico48. Anche il Brasile è stato attentamente seguito soprattutto da parte di Fabio Bertonha e Angelo Trento49. Invece è del tutto insufficiente lo stato dei lavori per un paese di immigrazione italiana di massa come l’Argentina, per il quale l’attenzione si è concentrata soprattutto sulle tendenze antifascista delle comunità italiana50. Per il caso francese, si è finito per studiare lo scontro fra forze fasciste e antifasciste, senza approfondire le attività filo-fasciste51.
Lo studio dei rapporti fra fascismo e italiani all’estero si sta indirizzando verso nuovi settori prima inesplorati. La dura esperienza di molti italiani all’estero nel corso della Seconda guerra mondiale (specialmente nel mondo anglosassone), passati anche attraverso l’internamento in campi di concentramento per presunte simpatie fasciste, ha riscontrato da anni e continua a riscontrare un grande interesse della storiografia52. Gli studi stanno prendendo inoltre sempre più in considerazione le fughe dall’Italia di gerarchi fascisti verso le comunità italiane all’estero (specialmente sudamericane) e la preservazione in esse di memorie nostalgiche del fascismo53. La storiografia inoltre ha perpetuato e approfondito l’interesse, soprattutto relativo al caso statunitense, per il ruolo dei leader etnici e dell’associazionismo54. Infine recentemente ci si è indirizzati verso l’analisi dei modelli di consumo e le forme di imprenditoria nelle comunità italiane all’estero fra le due guerre mondiali sempre in relazione all’Italia fascista55.

Note

1 Per una discussione sulle due categorie vedi Itinera. Paradigmi delle migrazioni italiane, a cura di Maddalena Tirabassi, Torino, Edizioni della Fondazione Agnelli, 2005; Miguel Mellino, Il pathos delle diaspore, “Parolechiave”, 34 (2005), pp. 75-98; Ferdinando Fasce, Il lessico, “Altreitalie”, 32 (2006), pp. 52-55.

2 Cfr. Emilio Franzina, Una patria espatriata. Lealtà nazionale e caratteri regionali nell’immaginazione italiana all’estero (secoli XIX e XX), Viterbo, Sette Città, 2006 (Quaderni ASEI, 2).

 Matteo Sanfilippo, Problemi di storiografia dell’emigrazione italiana, Viterbo, Sette Città, 2005. Si veda anche Donna Gabaccia, Emigranti. Le diaspore degli italiani dal Medioevo a oggi, Torino, Einaudi, 2003, cap. VI.

4 Enzo Santarelli, I fasci italiani all’estero, “Studi urbinati di storia, filosofia, letteratura”, XLV, n.s. B, 1-2, t. III (1971), pp. 1307-1328, ora in Fascismo e neofascismo, Roma, Editori Riuniti, 1974, pp. 113-133.

5 Gian Giacomo Migone, Il regime fascista e le comunità italo-americane: la missione di Gelasio Caetani (1922- 1925),in Id., Problemi di storia nei rapporti fra Italia e Stati Uniti, Torino, Rosenberg & Sellier, 1971, pp. 25-41; Pellegrino Nazzarro, The immigrant Quota Act del 1921, la crisi del sistema liberale e l’avvento del fascismo in Italia, in Gli italiani negli Stati Uniti, a cura di AA.VV., Firenze, Università di Firenze, 1972, pp. 323-362; Annunziata Nobile, Politica migratoria e vicende dell’emigrazione durante il fascismo, “Il Ponte”, 30, 11-12 (1974), pp. 1322-1337; Philip V. Cannistraro e Gianfausto Rosoli, Fascist Emigration Policy in the 1920s. An Interpretative Framework, “International Migration Review”, 48 (1979), pp. 673-692; Claudia Belleri Damiani, L’emigrazione italiana negli Stati Uniti durante il periodo fascista, in Cenni storici sull’emigrazione italiana nelle Americhe e in Australia, a cura di Renzo De Felice, Milano, Angeli, 1979, pp. 105-124.

6 Philip V. Cannistraro e Gianfausto Rosoli, Emigrazione, Chiesa e fascismo. Lo scioglimento dell’Opera Bonomelli (1922-1928), Roma, Studium, 1979.

7 Roberto Morozzo Della Rocca, L’emigrazione contesa: un aspetto della politica ecclesiastica del fascismo, “Storia e Politica”, 20, 3 (1981), pp. 556-565; Gianfausto Rosoli, Chiesa ed emigrati italiani in Brasile: 1880-1940, “Studi Emigrazione”, 66 (1982), pp. 225-252; Id., Santa Sede e propaganda fascista all’estero tra i figli degli emigranti, “Storia Contemporanea”, 17, 2 (1986), pp. 293-315; Luigi Pennacchio, The Torrid Trinity: Toronto’s Fascists, Italian Priests and Archbishops During the Fascist Era, 1929-1940, in Catholics at the “Gathering Place”. Historical Essays on the Archdiocese of Toronto, 1841-1991, a cura di Mark G. McGowan e Brian P. Clark, Toronto, Canadian Catholic Historical Association, 1993, pp. 233-253; Paolo Borruso, Missioni cattoliche ed emigrazione italiana in Europa (1922-1958), Roma, Istituto Storico Scalabriniano, 1994; Gianfausto Rosoli, Chiesa e propaganda fascista all’estero tra gli emigrati italiani: il card. Raffaello C. Rossi e Costantino Babini, in Id., Insieme oltre le frontiere, Caltanisetta-Roma, Sciascia Editore, 1996, pp. 587-624; Peter R. D’Agostino, The Scalabrini Fathers, the Italian Emigrant Church, and Ethnic Nationalism in America, “Religion and American Culture”, 7, 1 (1997), pp. 121-159; Id., ‘Fascist Trasmission Belts’ or Episcopal Advisors? Italian Consuls and American Catholicism in the 1930s, “Cushwa Center for the Study of American Catholicism: Working Paper Series”, 24, 3 (1997), pp. 1-39; Id., The Triad of Roman Authority. Fascism, the Vatican, and Italian Religious Clergy in the Italian Emigrant Church,“Journal of American Ethnic History”, 17, 3 (1998), pp. 3-37; Id., Rome in America. Transnational Catholic Ideology from the Risorgimento to Fascism,Chapel Hill, NC, University of North Carolina Press, 2004, passim, capp. 6-10; Giorgio Rossi, Emigrazione e diffusione della lingua italiana. L’opera dei Salesiani dall’espansionismo crispino al nazionalismo fascista, in La lingua italiana nel mondo attraverso l’opera delle Congregazioni religiose, a cura di Daniela Saresella, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2001, pp. 45-67; Matteo Sanfilippo, La Chiesa cattolica, in Storia dell’emigrazione italiana, I, Partenze, a cura di Piero Bevilaqua, Andreina De Clementi ed Emilio Franzina, Roma, Donzelli, 2001, pp. 481-487.

8 John P. Diggins, Mussolini and Fascism. The View from America, Princeton, NJ, Princeton University Press, 1972 (trad. it. L’America, Mussolini e il fascismo, Roma-Bari, Laterza, 1982, cap. V).

9 Philip V. Cannistraro, Fascism and Italian Americans in Detroit, “International Migration Review”, 9, 1 (1975), pp. 29-40; Id., Fascism and Italian Americans, in Perspectives in Italian Immigration and Ethnicity, a cura di Silvano M. Tomasi, New York, CMS, 1977, pp. 51-66.

10 Claude Cantini, Per una storia del fascismo italiano a Losanna, “Italia Contemporanea”,119 (1975), pp. 51-77.

11 Gianfranco Cresciani, Fascismo, antifascismo e gli italiani in Australia, 1922-1945, Roma, Bonacci, 1979. Dello stesso autore si vedano anche: Italian Fascism in Australia, 1922-1945, “Studi Emigrazione”, 90 (1988), pp. 237-245; e Refractory Migrants. Fascist Surveillance on Italians in Australia, 1922-1943, “Altreitalie”, 28 (2004), pp. 6-47.

12 Aldo Albonico, Immagine e destino delle comunità italiane in America Latina attraverso la stampa fascista degli anni ’30, “Studi Emigrazione”, 65 (1982), pp. 41-51; Monte S. Finkelstein, The Johnson Act, Mussolini and Fascist Emigration Policy: 1921-1930, “Journal of American Ethnic History”, 8, 1 (1988), pp. 38-55.

13 Philip V. Cannistraro, Fasci italiani all’estero, in Historical Dictionary of Fascist Italy, a cura di Id., Westport CT – Londra, Greenwood Press, 1982, pp. 197-198; Domenico Fabiano, I Fasci italiani all’estero, in Gli Italiani fuori d’Italia. Gli emigranti italiani nei movimenti operai d’adozione 1880-1940, a cura di Bruno Bezza, Milano, Angeli, 1983, pp. 221-236; Id., La lega italiana per la tutela degli interessi nazionali e le origini dei Fasci italiani all’estero (1920-1923), “Storia Contemporanea”, 16, 2 (1985), pp. 203-250; Romain H. Rainero, Politica di potenza e fasci italiani all’estero, in L’Italia e la potenza in Europa (1938-1940), a cura di Ennio Di Nolfo e al., Milano, Marzorati, 1985, pp. 145-147.

14 Orazio A. Ciccarelli, Fascist Propaganda and the Italian Community in Perù during the Benavides Regime, 1933-39, “Journal of Latin American Studies”, 20, 2 (1988), pp. 361-388. Per la radio cfr. Alberto Monticone, La radio italiana e l’emigrazione dal fascismo alla democrazia: appunti per una ricerca, “Studi Emigrazione”, 17, 59 (1980), pp. 285-303; Stefano Luconi, The Voice of the Motherland: Pro-Fascist Broadcasts for the Italian-American Communities in the Unites States, “Journal of Radio Studies”, 8, 1 (2001), pp. 61-80. Per la cinematografia cfr. Jean A. Gili, Le distributions des films italiens en France de 1930 a 1943, “Risorgimento. Revue europeennee d’histoire italienne contemporaine”, 2, 2-3 (1981), pp. 165-80, e Benedetta Garzarelli, Cinema e propaganda all’estero nel regime fascista: le proiezioni di Camicia nera a Parigi, Berlino e Londra, “Dimensioni e problemi della ricerca storica”, 2 (2003), pp. 147-165.

15 Luigi Bruti Liberati, Il Canada, l’Italia e il fascismo, 1919-1945, Roma, Bonacci, 1984; Robert F. Harney, Dalla frontiera alle Little Italies. Gli italiani in Canada 1800-1945, Roma, Bonacci, 1984, cap. 9. Si veda anche Filippo Salvatore, Il fascismo e gli italiani in Canada, “Storia Contemporanea”, 27, 5 (1996), pp. 833-862; Id., Fascism and the Italian of Montreal. An Oral History, 1922-1945, Toronto, Guernica, 1998.

16 Anne Morelli, Fascismo e antifascismo nell’emigrazione italiana in Belgio, 1922-1940, Roma, Bonacci, 1987.

17 Si ricordi fra tutti Emilio Gentile, Il culto del littorio, Roma-Bari, Laterza, 1993; Id., La Grande Italia. Ascesa e declino del mito della nazione nel ventesimo secolo, Milano, Mondadori, 1997, p. 153; Id., Fascismo. Storia e interpretazione, Roma-Bari, Laterza, 2002.

18 Emilio Gentile, L’emigrazione italiana in Argentina nella politica di espansione del nazionalismo e del fascismo 1900-1930, “Storia Contemporanea”, 17, 3 (1986), pp. 355-396.

19 Emilio Gentile, La politica estera del partito fascista. Ideologia e organizzazione dei fasci italiani all’estero (1920-1930), “Storia Contemporanea”, 26, 6 (1995), pp. 897-956.

20 Roberta Suzzi Valli, Il fascio italiano a Londra. L’attività politica di Cammillo Pellizzi, “Storia Contemporanea”, 26, 6 (1995), pp. 957-1001; Fiorenzo Mornati, Gli intellettuali, il partito e il fascismo italiano a Losanna, ibid., pp. 1003-1059; Philip V. Cannistraro, Per una storia dei Fasci negli Stati Uniti, 1921-1929, ibid., pp. 1061-1144 (il saggio di Cannistraro è stato poi ripubblicato in inglese come Blackshirts in Little Italy. Italian Americans and Fascism, 1921-1929, West Lafayette, Bordighera, 1999).

21 Salvo Mastellone, Emigration as an Ideological Problem for the Fascist State, in War, Internment and Mass Migration: The Italo-Australian Experience 1940-1990, a cura di Richard Bosworth e Romano Ugolini, Roma, Gruppo Editoriale Internazionale, 1992, pp. 117-123; Ornella Bianchi, Fascismo ed emigrazione, in La riscoperta delle Americhe. Lavoratori e sindacato nell’emigrazione italiana in America Latina 1870-1970, a cura di Vanni Blengino, Emilio Franzina e Adolfo Pepe, Milano, Teti, 1994, pp. 96-114. Recentemente si veda Maria Rosaria Ostuni, Leggi e politiche di governo nell’Italia liberale e fascista, in Storia dell’emigrazione italiana, I, cit., pp. 309-319.

22 Marta Petricioli, The Italians in Egypt (1936-1940), in The Seas as Europe’s External Borders and their Role in Shaping a European Identity, a cura di Ead. e Antonio Varsori, Londra, Lothian Foundation Press, 1999, pp. 123-133, adesso in Ead., Oltre il mito. L’Egitto degli italiani (1917-1947), Milano, Bruno Mondadori, 2007.

23 Angelo Principe, The Darkest Side of the Fascist Years. The Italian-Canadian Press, 1920-1942, Toronto, Guernica, 1999; Angelo Trento, L’identità dell’emigrato italiano in Brasile attraverso la stampa etnica: Il caso del Fanfulla, 1893-1940, in Europe, Its Boarders and the Others, a cura di Luciano Tosi, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2000, pp. 419-437; Stefano Luconi e Bénédicte Deschamps, The Publisher of the Foreign-Language Press as an Ethnic Leader? The Case of James V. Donnaruma and Boston’s Italian-American Community in the Interwar Years, “Historical Journal of Massachusetts”, 30, 2 (2002), pp. 126-143; Stefano Luconi, ‘Il Grido della Stirpe’ and Mussolini’s 1938 Racial Legislation, “Shofar” 22, 4 (2004), pp. 67-79; Bénédicte Deschamps, Echi d’Italia. La stampa dell’emigrazione, in Storia dell’emigrazione italiana, II, Arrivi, a cura di Piero Bevilaqua, Andreina De Clementi ed Emilio Franzina, Roma, Donzelli, 2002, pp. 327-331.

24 Brunello Mantelli, Camerati del lavoro. I lavoratori italiani emigrati nel Terzo Reich nel periodo dell’Asse 1938-1943, Scandicci, La Nuova Italia, 1992. Dello stesso filone di studi si vedano pure Id., L’emigrazione di manodopera italiana nel Terzo Reich (1938-43), in Storia dell’emigrazione italiana,I, cit., pp. 343-351; Emigranti a passo romano. Operai nell’Alto Veneto e Friuli nella Germania hitleriana, a cura di Marco Fincardi, Verona, Cierre Edizioni, 2002; Claudia Baldoli, Un fallimento del fascismo all’estero. La costruzione delle piccole Italie nella Germania nazista, “Italia Contemporanea”, 235 (2004), pp. 221-238.

25 Claudia Baldoli, “Ho cambiato il cielo ma non l’animo”…I Fasci italiani all’estero e l’educazione degli italiani in Gran Bretagna (1932-1934), “Studi Emigrazione”, 134 (1999), pp. 243-281.

26 Pierre Codiroli, L’ombra del duce. Lineamenti di politica culturale del fascismo nel Cantone Ticino (1922-1943), Milano, Angeli, 1988; Id., Tra fascio e balestra, Locarno, Armando Dadò Editore, 1992.

27 Giorgio Floriani, Scuole italiane all’estero. Cento anni di storia, Roma, Armando Editore, 1974, pp. 58-96. Si veda in seguito anche Gabriella Ciampi, Le scuole italiane all’estero, in Amministrazione centrale e diplomazia italiana (1919-1943): Fonti e problemi, a cura di Vincenzo Pellegrini, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1998, pp. 115-122; Patrizia Salvetti, Le scuole italiane all’estero, in Storia dell’Emigrazione Italiana, II, cit., pp. 535-549; Matteo Pretelli, Il ruolo della storia nei libri di lettura per le scuole italiane all’estero durante il fascismo, “Storia e problemi contemporanei”, 40 (2005), pp. 37-56.

28 Romain H. Rainero, Presenza culturale e scuole italiane in Tunisia negli anni ’30, in Il vincolo culturale fra Italia e Francia negli anni Trenta e Quaranta, a cura di Jean B. Duroselle ed Enrico Serra, Milano, Angeli, 1986, pp. 220-233; Pasquale Petrone, Italiani e discendenti di italiani in Brasile: le scuole e la lingua, in La presenza italiana nella storia e nella cultura del Brasile, a cura di Rovilio Costa e Louis A. De Boni, Torino, Edizioni della Fondazione Giovanni Agnelli, 1987, pp. 301-328; Marta Petricioli, Italian Schools in Egypt, “British Journal of Middle Eastern Studies”, 24, 2 (1997), pp. 179-191.

29 Beatrice Pisa, Nazione e politica nella Società “Dante Alighieri”, Roma, Bonacci, 1995; Patrizia Salvetti, Immagine nazionale ed emigrazione nella Società “Dante Alighieri”, Roma, Bonacci, 1995; Matteo Pretelli, Società Dante Alighieri, in Dizionario del fascismo, a cura di Victoria de Grazia e Sergio Luzzatto, II, Torino, Einaudi, 2003, pp. 642-643.

30 Daria Frezza Bicocchi, Propaganda fascista e comunità italiane in U.S.A: la Casa Italiana della Columbia University, “Studi Storici”, 11, 4 (1970), pp. 661-697; Nancy C. Carnevale, “No Italian Spoken for the Duration of the War”: Language, Italian-American Identity, and Cultural Pluralism in the World War II Years, “Journal of American Ethnic History”, 22, 3, (2003), pp. 3-33; Stefano Santoro, La propaganda fascista negli Stati Uniti. L’Italy America Society, “Contemporanea”, 6, 1 (2003), pp. 63-92; Matteo Pretelli, Culture or Propaganda? Fascism and Italian Culture in the United States, “Studi Emigrazione”, 43, 161 (2006), pp. 171-192; Id., Italia e Stati Uniti: «diplomazia culturale» e relazioni commerciali dal fascismo al dopoguerra”, “Italia Contemporanea”, 241 (2005), pp. 523-534.

31 Laura Cerasi, Fasci italiani all’estero, in Il fascismo. Dizionario di storia, personaggi, cultura, economia, fonti e dibattito storiografico, a cura di Alberto De Bernardi e Scipione Guarracino, Milano, Bruno Mondadori, 1998, pp. 298-299; Patrizia Dogliani, L’Italia fascista, 1922-1940, Milano, Sansoni, 1999, pp. 323-343; Enzo Collotti, Fascismo e politica di potenza. Politica estera, 1922-1939, Milano, La Nuova Italia, 2000, pp. 137-172; Marco Palla, Fasci italiani all’estero, in Dizionario dei fascismi. Personaggi, partiti, culture e istituzioni in Europa dalla grande guerra a oggi, a cura di Pierre Milza, Serge Berstein, Nicola Tranfaglia e Brunello Mantelli, Milano, Bompiani, 2002, pp. 239-240; Matteo Pretelli, Fasci italiani all’estero, in Dizionario del fascismo, I, a cura di Victoria De Grazia e Sergio Luzzatto, Torino, Einaudi, 2002, pp. 511-513; Joao F. Bertonha, I fasci italiani all’estero, in Storia dell’emigrazione italiana, II, cit., pp. 527-533.

32 Giovanni Mari, Il fascio e la contesa politica nella colonia italiana di Ginevra, 1923-1930, “Italia Contemporanea”, 220-221 (2000), pp. 463-483.

33 Luca De Caprariis,“Fascism for Export”? The Rise and Eclipse of the Fasci Italiani all’Estero, “Journal of Contemporary History”, 35, 2 (2000), pp. 151-183; Claudia Baldoli, Le Navi.Fascismo e vacanze in una colonia estiva per i figli degli italiani all’estero, “Memoria e Ricerca”, 6 (2000), pp. 163-176; Matteo Pretelli, La risposta del fascismo agli stereotipi degli italiani all’estero, “Altreitalie”, 28 (2004), pp. 48-65.

34 Joao F. Bertonha, Emigrazione e politica estera: la “diplomazia sovversiva” di Mussolini e la questione degli italiani all’estero, 1922-1945, “Altreitalie”, 23 (2001), pp. 39-60; Id., Italiani nel mondo anglofono, latino e germanico. Diverse prospettive sul fascismo italiano?, ibid., 26 (2003), pp. 40-62.

35 Stefano Luconi, La “diplomazia parallela”. Il regime fascista e la mobilitazione politica degli italo-americani, Milano, Angeli, 2000. Per la questione della cittadinanza italiana degli italiani emigrati all’estero si veda Guido Tintori, Cittadinanza e politiche di emigrazione nell’Italia liberale e fascista, in Familismo legale. Come non diventare italiani, a cura di Giovanna Zincone, Roma-Bari, Laterza, 2006, pp. 52-106.

36 Claudia Baldoli, Exporting Fascism. Italian Fascists and Britain’s Italians in the 1930s, Oxford, Berg, 2004.

37 Matteo Pretelli, Il ruolo dei fasci italiani nelle comunità italo-americane negli anni Venti: un quadro sociale, in Matteo Pretelli e Anna Ferro, Gli italiani negli Stati Uniti del XX secolo, Roma, Centro Studi Emigrazione Roma, 2005.

38 Emilio Franzina e Matteo Sanfilippo (a cura di), Il fascismo e gli emigrati. La parabola dei Fasci italiani all’estero (1920-1943), Roma-Bari, Laterza, 2003. I saggi riguardano i casi francese, belga, inglese, statunitense, canadese, austriaco, tedesco, argentino, brasiliano, australiano e coloniale.

39 Si veda la recensione al volume di Guido Tintori “Altreitalie”, 26, 2003, pp. 123-126.

40 Eugenia Scarzanella, Fascisti in Sud America, Firenze, Le Lettere, 2005. Vedi anche la recensione di Matteo Sanfilippo, Il fascismo, gli emigranti italiani e l’America Latina. A proposito di un libro recente, “Studi Emigrazione”, 163 (2006), pp. 759-770.

41 Per il caso brasiliano in precedenza erano stati analizzati i rapporti del regime fascista con il movimento fascista brasiliano Açao Integralista e con il regime autoritario di Getulio Vargas cfr. Mario Toscano, Il fascismo e l’Estado novo, in L’Emigrazione italiana in Brasile 1800-1978, a cura di Renzo De Felice, Torino, Fondazione Giovanni Agnelli, 1980, pp. 250-264; João F. Bertonha, Brasile: gli immigrati italiani e la politica estera fascista, “Latinoamerica”, 20, 70 (1999), spec. pp. 93-97; id., Between Sigma and Fascio. An analysis of the relatonship between Italian Fascism and Brasilian Integralism, “Luso Brazilian Review”, 27, 1 (2000), pp. 93-105.

42 Benedetta Garzarelli, “Parleremo al Mondo Intero”. La propaganda del fascismo all’estero, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2004.

43 Robert Perin, Making Good Fascists and Good Canadians: Consular Propaganda and the Italian Community in Montreal in the 1930s, in Minorities and Mother Country Imaginary, a cura di Gerald L. Gold, Newfoundland, Institute for Social and Economic Research, 1984, pp. 136-158; Juan A. Oddone, Serafino Mazzolini: un missionario del fascismo en Uruguay, 1933-1937, “Estudios Migratorios Latinoamericanos”, 12, 37 (1997), pp. 375-387; Ludovico Incisa di Camerana, La diplomazia, in Storia dell’emigrazione italiana, II, cit., pp. 457-449.

44 Irene Guerrini e Marco Pluviano, L’Opera Nazionale Dopolavoro in Sud America: 1926-1941, “Studi Emigrazione”, 119 (1995), pp. 518-536; Idd., L’organizzazione del tempo libero nelle comunità italiane in America Latina: l’Opera Nazionale Dopolavoro, in La riscoperta dell’America, cit., pp. 378-389.

45 Fra gli altri vedi Fiorello B. Ventresco, Italian-Americans and the Ethiopian Crisis, “Italian Americana”,6, 1 (1980), pp. 4-26; Nadia Venturini, Le comunità italiane negli Stati Uniti fra storia sociale e storia politica, “Rivista di Storia Contemporanea”, 13, 2 (1984), pp. 189-218; Ead., Neri e italiani ad Harlem. Gli anni Trenta e la guerra d’Etiopia,Roma, Edizioni Lavoro, 1990; Madeline J. Goodman, The Evolution of Ethnicity: Fascism and Anti-fascism in the Italian-American Community, 1914-1945, Ph.D. diss., Carnegie Mellon University, 1993; Matteo Pretelli, Propaganda fascista negli Stati Uniti: gli anni Venti. Un quadro d’insieme, in L’Italia fascista tra Europa e Stati Uniti d’America, a cura di Michele Abbate, Orte, Centro Falisco di Studi Storici, 2002, pp. 93-131; Matteo Pretelli, Tra estremismo e moderazione. Il ruolo dei circoli fascisti italo-americani nella politica estera italiana degli anni Trenta, “Studi Emigrazione”, 150 (2003), pp. 315-323; Giorgio Bertellini, Duce/Divo. Masculinity, Racial Identity, and Politics among Italian Americans in 1920s New York City, “Journal of Urban History”, 31, 5 (2005), pp. 685-726.

46 Stefano Luconi, The Response of Italian Americans to Fascist Antisemitism, “Patterns of Prejudice”, 35, 3 (2001), pp. 3-23; Id., “Italians Don’t Hate Jews!”. Some Evidence to the Contrary from Prewar Providence, “Rhode Island Jewish Historical Notes”, 13, 4 (2002), pp. 509-525; Id., “The Venom of Racial Intolerance”. Italian Americans and Jews in the United States in the Aftermath of Fascist Racial Laws, “Revue française d’études américaines”, 107 (2006), pp. 107-119. Per il caso sudamericano cfr. Irene Guerrini e Marco Pluviano, La propaganda antisemita fascista nell’America del Sud, in Nel nome della razza. Il razzismo nella storia d’Italia 1870-1945, a cura di Alberto Burgio, Bologna, Il Mulino, 1999, pp. 347-357.

47 Stefano Luconi, Le Fascisme et la Campagne des Italo-Américains contre les modifications del la loi sur la neutralité aux Etas-Unis en 1939, “Guerres mondiales et conflits contemporains”, 199 (2000), pp. 135-146; Id., Una quinta colonna nell’urna: il regime fascista e le elezioni presidenziali del 1940 negli Stati Uniti, in Italia Fascista tra Europa e Stati Uniti d’America, cit., pp. 39-52; Id., The Impact of World War II on the Political Behaviour of the Italian-American Electorate in New York City, “New York History”, 83, 4, (2002), pp. 404-417.

48 Stefano Luconi e Guido Tintori, L’ombra lunga del fascio: canali di propaganda fascista per gli “italiani d’America”, Milano, M&B Publishing, 2004. Il volume ricostruisce lo sforzo fascista analizzando il ruolo della radio, del cinema e dell’Italian Library of Information, una delle principali organizzazioni propagandiste filo-fasciste negli Stati Uniti.

49 Loraine Slomp Giron, As sombras do Littorio.O fascismo no Rio Grande do Sul, Porto Alegre, Parlenda, 1994; Angelo Trento, Il Brasile, gli immigrati e il fenomeno fascista, in La riscoperta dell’America, cit., pp. 250-264; João F. Bertonha, Brasile: gli immigrati italiani e la politica estera fascista, “Latinoamerica. Analisi Testi Dibattiti”, 70 (1999), pp. 91-104; Id., Fascism and Italian Communities in Brasil and the United States, “Italian Americana”, 19, 2 (2001), pp. 146-167; Id., O fascismo e os imigrantes italianos no Brasil, Porto Alegre, Editora da PUCRS, 2001;Angelo Trento, Il fascismo e gli italiani in Brasile, “Latinoamerica. Analisi Testi Dibattiti”, 29 (1988), pp. 49-56; Id., I Fasci in Brasile, in Il fascismo e gli emigrati, cit., pp. 152-166; Id., “Dovunque è un italiano, là è il tricolore”. La penetrazione del fascismo tra gli immigrati in Brasile, in Fascisti in Sud America, cit., pp. 3-54.

50 Si veda Ronald C. Newton, Ducini, Prominenti, Antifascisti: Italian Fascism and the Italo-Argentine Collectivity, 1922-1945, “The Americas”, 51, 1 (1994), pp. 41-66 e i recenti contributi di Eugenia Scarzanella, Il fascismo italiano in Argentina: al servizio degli affari, pp. 111-174, Camilla Cattarulla, “Cosa direste a Mussolini se aveste occasione di parlargli?”: un’inchiesta de “Il Mattino”,pp. 175-203,Vanni Blengino, La marcia su Buenos Aires (“Il Mattino d’Italia”), pp. 205-234,in Fascisti in Sud America, cit.

51 Pierre Milza, Le fascisme italien à Paris, “Revue d’histoire moderne et contemporaine”, 30 (1983), pp. 420-452; Pierre Guillen, Il ruolo politico dell’emigrazione italiana in Francia tra le due guerre, “Affari Sociali Internazionali”, 12, 2 (1984), pp. 125-140; Caroline Wiegandt-Sakoun, Le Fascisme Italien en France, in Les Italiens en France de 1914 à 1940, a cura di Pierre Milza, Roma, École Française de Rome, 1986, pp. 431-469; Ralph Schor, L’image de l’Italien dans la France de l’Entre-Deux Guerres, ibid., pp. 89-109; Didier Francfort, Etre mussolinien en Lorraine: les fascistes italiens face aux associations (1921-1929), “Revue d’histoire moderne et contemporaine”, 38 (1991), pp. 313-336; Pierre Milza, Le fascism italien en France (1938-1943), e Ralph Schor, L’Image des Italiens dans les Alpes-Maritimes, 1938-1946, in Exils et Migration. Italiens et Espagnols en France, 1938-1946, a cura Pierre Milza e Denis Peschanski, Parigi, L’Harmattan, 1994, pp. 27-42, e 567-577; Brunello Mantelli, Gli emigranti italiani in Francia tra Roma, Berlino e Vichy (1940-1944), in Gli italiani in Francia, 1938-1946, a cura di Gianni Perona, Milano, Angeli, 1994, pp. 367-397.

52 Philip V. Cannistraro, Gli italo-americani di fronte all’ingresso dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale, “Storia Contemporanea”, 7, 4 (1976), pp. 855-864; Gianfausto Rosoli, Gli emigranti italiani nei campi di concentramento francesi nel 1940. Considerazioni di alcuni diari di prigionieri, “Studi Emigrazione”, 59 (1980), pp. 304-330;Luigi Bruti Liberati, OVRA e Royal Canadian Mounted Police a confronto: il controllo politico sulla comunità italo-canadese negli anni tra le due guerre mondiali, “Storia Contemporanea”, 15, 3 (1984), pp. 421-441; Bruno Ramirez, Ethnicity on Trial: The Italians of Montreal and the Second World War, in On Guard for Thee: War, Ethnicity and the Canadian State, 1939-1945, a cura di Norman Hillmer, Bohdan Kordan, Lubomyr Luciuk, Ottawa, University of Ottawa Press, 1988, pp. 70-83; Luigi Bruti Liberati, L’internamento degli italocanadesi durante la seconda guerra mondiale, in Il Canada e la guerra dei trent’anni: l’esperienza bellica di un popolo multietnico, a cura di Id., Milano, Guerini, 1989; Stephen Fox, The Unknown Internment. An Oral History of the Relocation of Italian Americans during World War II, Boston, Twayne Publishers, 1990; Anne Morelli, La communauté italienne de Belgique et la Seconde guerre Mondiale, “Affari Sociali Internazionali”, 18, 1 (1990), pp. 65-90; Gabriele Sani, History of the Italians in South Africa, 1498-1989, Edenvale, Zonderwater Block, 1992, parte seconda; Mario Gazzini, Zonderwater.I prigionieri italiani in Sud Africa, 1941-1947,Roma, Bonacci, 1987; George E. Pozzetta, “My Children Are My Jewels”: Italian-American Generations during World War II, in The Home-Front War. World War II and American Society, a cura di Kenneth P. O’Brien e Lynn Hudson Parson, Westport CT, Greenwood Press, 1995, pp. 63-82; George E. Pozzetta e Gary R. Mormino, The Politics of Christopher Columbus and World War II, “Altreitalie”, 10, 17 (1998), pp. 6-15; Bill Bunburry, Rabbits and Spaghetti. Captives and Comrades: Australians, Italians and the War, Fremantle, Fremantle Arts Centre Press, 1998; George E. Pozzetta e Gary R. Mormino, Ethnics at War. Italian Americans in California during World War II, in The Way We Really Were: The Golden State in the Second Great War, a cura di Roger W. Lotchin, Urbana IL – Chicago, University of Illinois Press, 2000, pp. 143-163; Luigi Sponza, Divided Loyalties. Italians in Britain during the Second World War, Bern, Peter Lang, 2000; George E. Pozzetta, Alien Enemies or Loyal Americans? The Internment of Italian-Americans, in Alien Justice. Wartime Internment in Australia and North America, a cura di Kay Saunders e Roger Daniels, St. Lucia, University of Queensland Press, 2000, pp. 80-92; Enemies Within. Italian and Other Internees in Canada and Abroad, a cura di Franca Iacovetta et al., Toronto, University of Toronto Press, 2000; Una Storia Segreta. The Secret History of Italian American Evacuation and Internment during World War II, a cura di Lawrence DiStasi, Berkeley CA, Heyday Books, 2001; Marie-Christine Michaud, A Broken Dream: the Assimilation of Italian-Americans and the Relocation Program of 1942, “Studi Emigrazione”, 147 (2002), pp. 691-701; Guido Tintori, Italiani enemy aliens. I civili residenti negli Stati Uniti d’America durante la Seconda guerra mondiale, “Altreitalie”, 28 (2004), pp. 83-109.

53 Angelo Trento, L’emigrazione italiana in Brasile nel secondo dopoguerra (1946-1960), “Studi Emigrazione”, 95, 1989, pp. 388-415; Stanislao G. Pugliese, The Culture of Nostalgia: Fascism in the Memory of Italian-Americans, “The Italian American Review”, 5, 2 (1996/1997), pp. 15-26; Francesco Motto, Dal Piemonte alla Valle d’Aosta. Da Roma a Buenos Aires. La clandestinità del quadrunviro Cesare Maria De Vecchi di Val Cismon in una memoria di don Francesco Làconi, “Ricerche storiche salesiane”, 20, 2 (2001), pp. 309-348; Federica Bertagna, Fascisti e collaborazionisti verso l’America (1945-1948), in Storia dell’emigrazione italiana, I, cit., pp. 353-368; Nora Sigman, Emigrazione emiliana in Argentina (1943-1956). Rapporti e legami con il neofascismo,in Gli emiliano romagnoli e l’emigrazione italiana in America Latina. Il caso modenese, a cura della Provincia di Modena, Modena, Grafica e Stampa Provincia di Modena, 2003; Federica Bertagna e Matteo Sanfilippo, Per una prospettiva comparata dell’emigrazione nazisfascista dopo la seconda guerra mondiale, “Studi Emigrazione”, 155 (2004), pp. 527-553; Federica Bertagna, La patria di riserva. L’emigrazione fascista in Argentina, Roma, Donzelli, 2006.

54 James E. Miller, La politica dei “prominenti” italo-americani nei rapporti dell’Oss, “Italia Contemporanea”, 139 (1980); Nadia Venturini, Prominenti at War: The Order Sons of Italy in America, “Rivista di Studi Anglo-Americani”, 3, 4-5 (1984-1985), pp. 441-471; Philip V. Cannistraro, Generoso Pope and the Rise of Italian American Politics, 1925-1936, in Italian Americans. New Perspectives in Italian Immigration and Ethnicity, a cura di Lydio F. Tomasi, New York, CMS, 1985, pp. 264-288; Philip V. Cannistraro ed Elena Aga Rossi, La politica etnica e il dilemma dell’antifascismo italiano negli Stati Uniti: il caso di Generoso Pope, “Storia Contemporanea”, 17, 2 (1986), pp. 217-243; Patrizia Audenino e Danilo Romeo, L’immagine e l’identità degli italoamericani nelle politiche dell’Order Sons of Italy, “Altreitalie”, 29 (2004), pp. 4-39; Philip V. Cannistraro, The Duce and the Prominenti. Fascism and the Crisis of Italian American Leadership, “Altreitalie”, 31 (2005), pp. 76-86; Sergio Bugiardini, L’associazionismo negli Usa (pp. 551-577) e Federica Bertagna, L’associazionismo in America Latina (pp. 579-595) in Storia dell’emigrazione italiana, II, cit.

55 Simone Cinotto, Una famiglia che mangia insieme. Cibo ed etnicità nella comunità italoamericana di New York, 1920-1940, Torino, Otto editore, 2001; Stefano Luconi, “Buy Italian”. Commercio, consumi e identità italo-americana tra le due guerre, “Contemporanea”, 5, 3 (2002), pp. 468-469; Emilio Franzina, Le comunità imprenditoriali italiane e le Camere di commercio all’estero (1870-1945), in Tra identità culturale e sviluppo di reti. Storia delle Camere di commercio italiane all’estero, a cura di Giulio Sapelli, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2000, pp. 16-102; Stefano Luconi, Etnia e patriottismo nella pubblicità per gli italo-americani durante la guerra d’Etiopia, “Italia Contemporanea”, 241 (2005), pp. 514-522.