Le migrazioni dalla Puglia in età moderna e contemporanea

La marginalità della Puglia nelle grandi fasi dell’emigrazione nazionale e meridionale, il suo ruolo appartato, ad esempio nella transizione tra XIX e XX secolo, con valori migratori per così dire fisiologici sino alla metà degli anni Ottanta e poi, con il principiare del nuovo secolo, con valori non più trascurabili in cifre assolute, pur tuttavia dimezzati, all’incirca sino al 1910, rispetto al dato meridionale, possono forse spiegare la persistente indifferenza della storiografia ad indagare tempi ragioni e modalità delle migrazioni1.
Sino a tutti gli anni Settanta ad interessarsi di emigrazione non vi sono che gli studi di Franca Assante, lavori di certo importanti per la capacità di aprire la strada ad indagini successive, ma di fatto sintesi storico demografiche che, sulla base di fonti statistiche e documentarie formali e oggettive, dalla letteratura e pubblicistica d’epoca alle inchieste parlamentari, legano le ragioni delle migrazioni ai caratteri strutturali ed ai cicli dell’economia agricola locale, ne leggono gli effetti indotti di invecchiamento e di femminilizzazione della popolazione nelle aree di partenza ma anche di complessivo arretramento di quelle economie locali che proprio dall’emigrazione avrebbero potuto trarre spinte modernizzatici2.
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From Paesani to Global Italians. Veneto Migrants in Australia

From Paesani to Global Italians

Loretta Baldassar e Ros Pesman, , Crawley, University of Western Australia Press, 2005, 256 pp.

From Paesani to Global Italians. Veneto Migrants in AustraliaNegli ultimi anni, la storiografia sull’immigrazione italiana in Australia si è arricchita di una prospettiva d’indagine di ambito regionale, quando non addirittura provinciale, come nel caso dei lavori di Adriano Boncompagni (The World Is Just Like a Village. Globalization and Transnationalism of Italian Migrants from Tuscany in Western Australia, Fucecchio, European Press Academic Publishing, 2001; From Lucca to the “Bush”. Lucchesi in Western Australia in the 1920s & 1930s, in Italian Americans. A Retrospective on the Twentieth Century, a cura di Paola Alessandra Sensi-Isolani e Anthony Julian Tamburri, Chicago Heights, IL, American Italian Historical Association, 2001, pp. 179-99). Inserendosi in questo filone di ricerca, attraverso una ricca messe di dati statistici e di racconti di vita, lo studio di Loretta Baldassar e Ros Pesman – versione inglese di una precedente monografia pubblicata in italiano (I veneti in Australia. Sfide di storia contemporanea, Venezia, ANEA, 2004) – ricostruisce la presenza veneta in Australia sia da un punto di vista storico sia nella loro dimensione antropologica.

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Milwaukee 1917. Uno scontro tra italoamericani

Milwaukee 1917. Uno scontro tra italoamericani

Robert Tanzilo, Milwaukee 1917. Uno scontro tra italoamericani, Foligno, Editoriale Umbra, 2006 (I Quaderni del Museo dell’Emigrazione 7), 148 pp.

Milwaukee 1917. Uno scontro tra italoamericaniQuesto piccolo volume avrebbe potuto offrire uno spaccato importante non soltanto sulla vita della comunità di origine italiana nel Wisconsin durante la prima guerra mondiale, ma anche sul ruolo delle Chiese protestanti fra gli emigrati. Tuttavia l’autore si perde progressivamente nella massa dei dettagli che ha raccolto e alla fine non ha ben chiaro cosa voglia raccontare.
In primo luogo ci offre una biografia di August (Agostino) Giuliani (Vignanello, 1881 – Milwaukee, 1929), entrato nell’ordine dei Carmelitani, quindi convertitosi al protestantesimo, infine sposatosi e trasferitosi a predicare negli Stati Uniti. In secondo luogo, ci presenta una serie di informazioni sulla presenza protestante fra gli emigrati italiani di Milwaukee, prima, dopo e durante la permanenza di Giuliani. In terzo luogo, ci narra l’evoluzione delle missioni protestanti fra gli italiani di quella città, anche dopo la morte del protagonista. In quarto e ultimo luogo descrive la crescita del movimento anarchico italo-americano e il suo conflitto con Giuliani.
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Le elezioni politiche italiane del 9 aprile 2006 in Germania

Diciamo la verità. Noi italiani che viviamo in Germania eravamo convinti che soltanto una minoranza dei circa 650 mila italiani qui residenti avrebbe votato. Prima ancora che ci giungessero a casa i plichi con le schede elettorali, ci venivano in mente le percentuali ridicole (meno del 10%) della partecipazione a scadenze importanti come le consultazioni amministrative comunali tedesche, alle quali noi stranieri comunitari siamo ammessi, oppure le cifre ancora più basse del voto per eleggere i Comitati consultivi degli stranieri (organismi a livello locale). Tutte esperienze diventate lo specchio di un disinteresse sconcertante e pericoloso dei nostri connazionali.
Un altro “dubbio” della vigilia era la domanda: a cosa serve avere una rappresentanza al Parlamento di Roma, quando non ne abbiamo una a Berlino? Al Bundestag la comunità turca ha cinque rappresentanti, quella italiana zero. Gli italiani sono arrivati in Germania, con in mano i primi contratti di lavoro per l’industria e l’agricoltura tedesche, ben cinquanta anni fa e le condizioni della loro vita vengono dettate dalla politica tedesca, non da quella italiana.
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La frontiera immaginata. Profilo politico e sociale dell’immigrazione italiana in Argentina nel secondo dopoguerra

La frontiera immaginata

Lucia Capuzzi, La frontiera immaginata, prefazione di Emilio Franzina, Milano, Franco Angeli, 2006, 351 pp.

 La frontiera immaginata. Profilo politico e sociale dell’immigrazione italiana in Argentina nel secondo dopoguerraUn paese, l’Argentina, di lunghissima tradizione immigratoria dalla penisola, al quale in circa dieci anni, tra il 1947 e la seconda metà degli anni Cinquanta, approdano oltre 400.000 italiani; una nuova fase, quella postbellica, nella storia delle migrazioni internazionali, caratterizzata dall’intervento massiccio dello stato nella gestione dei flussi; una documentazione ricca e in larga misura inedita, proveniente da archivi pubblici e privati, argentini e italiani. Sono gli ingredienti che consentono a Lucia Capuzzi di sbozzare questo originale “profilo politico e sociale dell’immigrazione italiana in Argentina nel secondo dopoguerra”, che ha il merito non piccolo di costituire il primo studio organico su una vicenda migratoria sin qui quasi trascurata dalla storiografia, nonostante la vicinanza temporale (o forse proprio a causa di essa, come suggerisce Emilio Franzina nella prefazione).

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I Quaderni del Museo dell’Emigrazione

Abbiamo il piacere di annunciarvi l’uscita del VII volume de I Quaderni del Museo dell’Emigrazione scritto da Robert Tanzilo, nato a Brooklyn nel 1966, dal titolo Milwaukee 1917, Uno scontro tra italoamericani.
In questo volume di 141 pagine, l’autore, attraverso i giornali dell'epoca e gli atti processuali, ricostruisce il contesto in cui si svolsero i fatti di quel 9 settembre 1917, quando un gruppo di immigrati italiani, presunti anarchici, si scontrò con la polizia che difendeva un "comizio" del pastore protestante, anche lui di origine italiana, August Giuliani. Due di loro rimasero uccisi dai colpi sparati dalla polizia. In seguito undici persone del Circolo di Studi Sociali, ritenuti anarchici, vennero arrestati e condannati a 25 anni di prigione "per cospirazione con la finalità di uccidere", dopo un processo in cui emersero tutti i pregiudizi anti-italiani.
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