“Estudios Migratorios Latinoamericanos” e le altre: le riviste di studi sulle migrazioni nell’America Latina ispanica

TEMAS Y ENSAYOS (Centro Scalabriniano Argentino de Documentación y Estudios Migratorios, Buenos Aires, 1982-1984)
All’inizio degli anni Ottanta, in concomitanza con il 95° anniversario della fondazione della Congregazione dei Missionari Scalabriniani, il suo Centro missionario a Buenos Aires inizia a pubblicare saggi monografici su aspetti dell’immigrazione in Argentina, a partire dalla creazione di un embrionale Centro Scalabriniano Argentino de Documentación y Estudios Migratorios.
Con il titolo “Temas y ensayos”, escono complessivamente sei numeri tra il 1982 e il 1984, che si occupano principalmente dell’immigrazione italiana in Argentina (due lavori monografici di Santiago J. Gómez Cravino e uno rispettivamente di Luigi Favero e Luciano Baggio), mentre il quinto numero è dedicato all’immigrazione boliviana in Argentina. Ma gli studi migratori nel Paese acquistano un vero slancio dal 1985, con la pubblicazione della rivista trimestrale “Estudios Migratorios Latinoamericanos” (EML, vd. infra).

REVISTA DEL CIM [1] SOBRE MIGRACIONES EN América LATINA (1983-1989), poi REVISTA DE LA OIM [2] SOBRE MIGRACIONES EN América LATINA (Centro de Información sobre Migraciones en América Latina, Santiago del Cile, 1990-1999?)
Nel novembre del 1983, il Centro de Información sobre Migraciones en América Latina (CIMAL) del CIM, avvia le pubblicazioni di un bollettino quadrimestrale con il quale punta a “soddisfare la necessità posta al Comitato Intergovernativo per le Migrazioni dai governi membri dell’America Latina di avere un sistema regionale permanente di documentazione, informazione e consulenza sulle questioni migratorie”.
In anni in cui l’informatica non è uno strumento diffuso nella regione, attraverso la collaborazione di altre organizzazioni intergovernative collegate, come la Commissione Economica per l’America Latina e il Centro Demográfico Latinoamericano, il CIMAL elabora una sorta di banca dati con informazioni su attività e pubblicazioni nel campo delle migrazioni, con lo scopo di favorire la ricerca, la pianificazione, la formulazione e l’attuazione delle politiche e dei programmi di gestione delle migrazioni stesse nell’area latinoamericana.
Il contenuto principale della rivista è costituito da materiali di lavoro: in particolare, riassunti di ricerche su temi migratori, indicizzati per autore, per argomento, geograficamente, o per convegni, ecc., ricerche che potevano essere richieste all’istituzione utilizzando un modulo incluso nella pubblicazione. Un numero speciale del 1999 ‒ forse l’ultimo pubblicato ‒ raccoglie una selezione di articoli di membri dell’OIM, e di consulenti o responsabili di ricerche svolte per quell’organizzazione internazionale. Attualmente la pubblicazione non è tra quelle elencate dall’OIM sul proprio sito web (ultimo accesso 10 settembre 2023).

ESTUDIOS MIGRATORIOS LATINOAMERICANOS (Centro de Estudios Migratorios Latinoamericanos, Buenos Aires, 1985-)
Sorta contemporaneamente all’istituzione editrice ‒ il Centro de Estudios Migratorios Latinoamericanos (CEMLA) della Congregazione dei Missionari Scalabriniani ‒ la rivista nasce con il proposito di “costituire un luogo di dibattito per tutto lo spazio latinoamericano e non solo o principalmente per l’Argentina”, e di accogliere la produzione europea e dell’America del Nord relativa alle migrazioni in America Latina, inserendosi nella riscoperta e nuova fioritura di studi sulle migrazioni in atto in quel momento, come dichiara nella presentazione del primo numero il suo direttore, Fernando Devoto.
La rivista entra a far parte dell’insieme dei periodici sulle migrazioni espressione della Federazione dei Centri di Studi sulle Migrazioni Giovanni Battista Scalabrini, che con pubblicazioni di simili caratteristiche coprono lo spettro del fenomeno migratorio in Europa e Nord America. Ma nello spazio latinoamericano per la rivista ‒ e per lo stesso CEMLA ‒ la sfida è quella di promuovere la discussione di nuovi approcci sull’argomento in ambito accademico.
“Estudios Migratorios Latinoamericanos” include regolarmente articoli e rassegne bibliografiche e occasionalmente “Note e dibattiti” su temi puntuali. Una grande percentuale degli articoli riguarda le migrazioni in Argentina, un predominio in buona misura collegato alla singolare importanza dell’immigrazione nel paese e alla conseguente maggior abbondanza della produzione sul tema, e che abbraccia dal primo anno di pubblicazione della rivista l’immigrazione di diversi gruppi nazionali europei e americani e successivamente anche asiatici.
Nondimeno, già nei primi cinque anni le tematiche affrontate da EML includono anche l’immigrazione in altri paesi dell’America Latina, in particolare Cile, Uruguay e Brasile, così come americani (Canada, Stati Uniti). Un primo numero monografico è dedicato alle “catene migratorie in Argentina” (n. 8 aprile 1988). A seguire, altri affrontano temi come le “Migrazioni in America del Sud: problema e politica” (n. 10, dicembre 1988); “Ebrei europei in Latinoamerica” (n. 11, aprile 1989); “Immigrazione spagnola in America Latina” (n. 13, dicembre 1989). A “Religione e immigrazione” sono dedicati il n. 14 (aprile 1990) e una sezione del n. 49, (dicembre 2001), mentre il tema delle scelte matrimoniali endogamiche/esogamiche, presentato già nel n. 4, viene ripreso nel n. 18 (agosto 1991) e nel n. 20 (aprile 1992).
Altri numeri monografici riguardano l ’“Immigrazione siro-libanese in America Latina” (n. 26, 1994); e l’“Immigrazione in Brasile” (n. 29, aprile 1995). Nei nn. 33 (dicembre 1996) e 34 (aprile 1997) sono pubblicati gli interventi a un seminario su “fonti nominative e migrazioni internazionali” organizzato dal CEMLA e tenutosi a Buenos Aires con la partecipazione di specialisti europei e americani.
Le “migrazioni da paesi limitrofi” verso l’Argentina negli anni Novanta sono oggetto di un doppio numero monografico (nn. 40-41, 1998-1999). Con il titolo “Immigrati, rifugiati e criminali di guerra nell’Argentina del secondo dopoguerra”, la rivista presenta una raccolta dell’arduo lavoro investigativo svolto dalla Comisión para el Esclarecimiento de las Actividades del Nazismo en Argentina, creata dal governo argentino nel 1997 e composta da una quarantina di ricercatori di diversi paesi, in grande maggioranza storici. “Studi in onore di Gianfausto Rosoli” è il titolo del fascicolo 44 (aprile 2000) con cui EML rende omaggio a un intellettuale scalabriniano che aveva contribuito nel Centro Studi Scalabriniano di Roma allo sviluppo degli studi accademici nella congregazione e al suo rapporto con gli studiosi di diversi paesi, nonché all’inserimento della rivista argentina nel circuito internazionale. Il volume raccoglie articoli di quattordici autori europei e americani.
Il n. 46 (dicembre 2000) include i lavori presentati a un convegno sui processi migratori in America Latina svoltosi a Varsavia nel 2000, mentre il successivo si concentra sulle migrazioni interne in Argentina, cui è dedicato l’intero numero.
Quindi, il fascicolo 50 (aprile 2003) è l’occasione per tracciare un bilancio storiografico degli studi migratori in Argentina, a cura di Fernando Devoto e Hernán Otero.
“Flussi translocali nelle Americhe” (n. 52, dicembre 2003) mette a disposizione dei lettori di lingua spagnola una selezione di articoli presentati a un seminario del Social Science Research Council nel giugno di quell’anno, tradotti in spagnolo per la rivista. Nel complesso degli articoli prevale l’ambito geografico dell’America Centrale e del Nord America, cosa insolita nelle pubblicazioni sudamericane. Il n. 53 (aprile 2004) esamina la razionalità nelle politiche migratorie europee e americane, con un dossier di sei articoli di autori di entrambe le sponde dell’Atlantico.
Fernando Devoto lascia la direzione dell’EML a partire dal n. 56. Assumono la carica Roberto Benencia e Alejandro Fernández, che la mantengono fino al numero doppio 78-79 (gennaio-dicembre 2015). Le “prospettive regionali nelle migrazioni spagnole e italiane nel Cono Sud, dal XVIII al XX secolo”, sono delineate nel n. 57 a partire dall’esame dei loro aspetti politici, demografici ed economici, nonché dalla loro rappresentazione nelle memorie famigliari.
Il fascicolo “I francesi nelle Americhe” (n. 61, dicembre 2006), coordinato da Hernán Otero e François Weil, è dedicato a una comunità migratoria poco studiata, forse per la sua proporzione numerica relativamente bassa, ma anche per lo scarso interesse mostrato dal paese di origine per la propria emigrazione.
Negli anni 2009 e 2010 EML pubblica altri quattro numeri monografici. Due riguardano l’Argentina: un dossier su “Imprenditori immigrati, reti sociali e formazione di comunità d’affari” (n. 65); e uno su esperienze di vita dei migranti boliviani (n. 67). I fascicoli su “Ambiente e movimenti migratori” (n. 68) ed “Esperienze di esilio degli spagnoli durante la guerra civile” (n. 69) completano l’anno 2010. L’immigrazione di lingua tedesca è stata oggetto dei numeri 70 (gennaio-giugno 2011) e 74 (2013).
Questo secondo ciclo di EML si chiude con il numero doppio 78-79, dopodiché si producono cambi nel comitato di redazione e assume la direzione della rivista Irineu Zotti.

MIGRACIONES INTERNACIONALES (El Colegio de la Frontera Norte, Tijuana, Messico, 2001-)
Nel 2001 El Colegio de la Frontera Norte, un istituto accademico di ricerca e formazione post-laurea con sede principale a Tijuana (Messico) nato nel 1982, inizia le pubblicazioni della rivista digitale open access “Migraciones internacionales” (MI), con periodicità semestrale fino al 2018 (35 uscite in totale), annuale dal 2019 a oggi (disponibile all’URL: https://migracionesinternacionales.colef.mx/index.php/migracionesinternacionales).
Dalla fondazione la rivista, bilingue (spagnolo e inglese), è diretta da Olga Odgers Ortiz e si avvale di un comitato editoriale internazionale, in cui prevalgono gli studiosi attivi in istituzioni accademiche messicane e statunitensi. Tra questi ultimi, spiccano i nomi di Wayne A. Cornelius e Douglas S. Massey, due dei maggiori studiosi di migrazioni internazionali, e messicane in particolare. L’organizzazione iniziale dei fascicoli nelle tre sezioni “Articoli”, “Nota critica”, “Recensioni” è stata mantenuta fino al 2019, dal 2020 solo la prima è rimasta fissa.
Come espressione di un’istituzione specialmente interessata ai processi politici, socioeconomici e culturali della regione di frontiera tra il Messico e gli Stati Uniti, MI dedica attenzione prevalente alle migrazioni contemporanee messicane negli Stati Uniti. È un interesse che naturalmente rispecchia anche l’ulteriore intensificarsi nel nuovo millennio dei flussi migratori dal Messico verso il vicino Paese nordamericano e mostra pure la volontà della rivista di intervenire sugli aspetti più spinosi del fenomeno, ad esempio con articoli sulle deportazioni (nel n. 27, 2014 e due articoli nell’annale 2021) e sull’emigrazione illegale (n. 12, 2007; n. 26, 2014).
Costante è anche l’attenzione riservata alle migrazioni interne all’America Latina e dall’America Latina verso il Nord America e l’Europa. Gli articoli sui flussi in partenza riguardano numerosi paesi: nel n. 8 (2005) per esempio compaiono tre articoli sull’emigrazione rispettivamente da Colombia, Brasile e Uruguay; nel n. 28 (2015) tre contributi sulle partenze da Cuba, da Perù e Bolivia, e ancora dall’Uruguay.
Tra i Paesi di arrivo in America Latina la rivista si è occupata più volte dell’Argentina (un articolo nel n. 15; uno nel n. 28, 2015; due articoli nel n. 33). Il dato si spiega col fatto che l’Argentina è stata tradizionalmente meta non solo di un’immigrazione europea alluvionale ma anche di un’immigrazione latinoamericana significativa, da paesi limitrofi soprattutto. Va considerata anche la rilevanza dell’immigrazione come campo di ricerca in Argentina, che ha portato un crescente numero di studiosi, argentini e non, a occuparsene (vd. supra).
MI ha allargato lo sguardo anche allo spazio migratorio euroatlantico, soprattutto prendendo in considerazione il caso della Spagna, la principale destinazione dell’emigrazione transoceanica latinoamericana (già nel primo numero, del 2001, compare un articolo sugli ecuadoriani in Spagna e poi per esempio uno sull’emigrazione di giovani peruviane e peruviani a Barcellona nel n. 19, 2010; nel 2021 ancora due articoli: sull’emigrazione venezuelana nel paese e sui latinoamericani nella città di Malaga). La Spagna è anche il punto di osservazione principale dei processi di immigrazione in e verso l’Europa (n. 7, 2004; n. 22, 2012). Questo interesse si collega certamente anche alla presenza nel comitato editoriale della rivista di vari studiosi afferenti a università e centri di ricerca spagnoli.
Più sporadici sono gli articoli relativi ad altri paesi europei, come l’Italia (n. 10, 2006), il Portogallo (2021) o il Regno Unito (2023); ed extraeuropei (come il Marocco: una “nota critica” sugli emigrati come vettori di sviluppo nel paese di origine, nel n. 21, 2011; o la Cina: un articolo sugli studenti cinesi in Europa nel n. 15 del 2008).
Un altro tema su cui MI interviene con regolarità è quello delle migrazioni femminili: in particolare di nuovo dal Messico, con articoli, per citare un paio di esempi, sulle morti di donne migranti alla frontiera Messico-Stati Uniti (n. 10, 2006); o sul lavoro precario di donne messicane in Carolina del Nord (n. 34, 2018); poi dall’America Latina: per esempio gli articoli sull’emigrazione di donne cubane in Spagna (n. 28, 2015); o boliviane sempre in Spagna (n. 34, 2018); ma anche in chiave comparata, per esempio sull’emigrazione di messicane e marocchine ancora in Spagna.
Il numero elevato di articoli che MI dedica alla questione delle rimesse degli emigrati è il riflesso dell’importanza che esse rivestono nelle economie di molti paesi latinoamericani, a partire proprio dal Messico, che infatti è oggetto di una serie di approfondimenti su aspetti diversi: nel n. 8 (2005), ad esempio, viene pubblicato un articolo sul ruolo degli intermediari finanziari nell’invio di rimesse; nel n. 15 (2008) uno che discute i calcoli sull’ammontare delle rimesse; nel n. 28 (2015) uno sul significato non solo economico delle rimesse stesse; nel n. 33 (2017) uno su rimesse e scolarità. Nel fascicolo 21 (2011) l’attenzione è posta sull’America meridionale, con un articolo sulle rimesse in Colombia e una “nota critica” sui circuiti delle rimesse nei paesi andini.
La rivista analizza da molteplici prospettive il ruolo degli Stati e le politiche migratorie, in primis guardando, naturalmente, al contesto nordamericano: nel n. 11 (2006) un articolo esamina la riforma migratoria attesa negli Stati Uniti; nel n. 20 (2011), un saggio ricostruisce la politica immigratoria americana in relazione alla mobilità dal Messico nel lungo periodo, dalla fine dell’Ottocento a oggi. Ma l’attenzione è rivolta anche all’Europa e oltre: nel n. 6 (2004), si trova un articolo sulla politica migratoria in Spagna e nel n. 10 (2006) uno su quella del Giappone verso l’America Latina.

Migración y desarrollo (Universidad Autónoma de Zacatecas “Francisco García Salinas”, Zacatecas, Messico, 2003-)
“Migración y Desarrollo” (MD) è una rivista semestrale edita dall’Universidad Autónoma de Zacatecas “Francisco García Salinas”, a stampa e in formato digitale (URL: https://estudiosdeldesarrollo.mx/migracionydesarrollo/). È pubblicata in spagnolo e inglese e articolata in tre sezioni: “Articoli”, in cui sono inclusi inediti e traduzioni in spagnolo di contributi già usciti altrove; “Congiuntura e dibattito”, che propone saggi brevi su temi di attualità; e “La voce degli attori”, che presenta progetti e iniziative della comunità migranti.
Direttore è attualmente Raúl Delgado Wise, che è l’unico membro dell’equipe editoriale appartenente all’Universidad Autónoma de Zacatecas: il comitato editoriale è infatti interamente formato da studiosi esterni, e in larga maggioranza afferenti a università non messicane. Esso annovera alcuni tra i maggiori specialisti di migrazioni dal Messico e nel mondo euroatlantico: da Wayne Cornelius (University of California San Diego), che, come visto, fa parte anche del comitato scientifico di MI, a Stephen Castles (Oxford University), a Saskia Sassen (University of Chicago).
Il periodico, promosso dalla Red Internacional de Migración y Desarrollo (RIMD), una rete globale di ricercatori, istituzioni accademiche e organizzazioni di migranti che sostiene ricerche sul rapporto tra migrazioni, sviluppo economico e diritti umani, è orientato all’analisi e alla riflessione critica su questi stessi temi.
Come specificato nella presentazione della rivista, MD adotta quella che definisce in modo metaforico la “prospettiva del Sud” del mondo, ovvero si propone di affrontare “in modo integrale, omnicomprensivo, le problematiche derivanti da questo rapporto [migrazioni e sviluppo] nel contesto della globalizzazione neoliberale: sfruttamento del lavoro, esclusione, discriminazione sociale, violenza, insicurezza umana, criminalizzazione, depredazione, spostamenti forzati di popolazioni, conflitti ambientali”. In linea con questo approccio, che si vuole critico nei confronti di quello dominante, la stessa presentazione segnala che nella rivista “non si accettano gli studi basati su una prospettiva unilaterale favorevole agli interessi egemonici dei principali paesi che ricevono i migranti”.
Anche se MD si concentra prevalentemente sul contesto americano, questa chiave di lettura è applicata su scala globale, con un “Sud” che comprende Paesi africani e asiatici (come il Marocco, n. 2, 2004; o lo Sri Lanka, n. 29, 2017), e un “Nord” che include, oltre al Nord America, l’Europa occidentale: nel n. 27 (2016), ad esempio, l’Italia, che oggi è destinazione di flussi migratori dal cosiddetto Sud del mondo, appunto, dopo essere stata fino alla metà degli anni Settanta un Paese di emigrazione.
Questo sguardo critico rovesciato Sud-Nord connota il progetto di MD ancora oggi: per fare solo alcuni esempi, il penultimo numero pubblicato (n. 38, 2022) si apre con un articolo dal titolo Contributi alla critica del discorso dominante su migrazioni e sviluppo; il precedente con un altro dal titolo Potere egemonico nei brevetti: concentrazione della conoscenza nel Nord ed esclusione degli innovatori del Sud (n. 37, 2021); il n. 36 include un articolo su papa Francesco e la sua “leadership rivoluzionaria” sulle “persone in movimento”.
È uno sguardo critico ancora più evidente quando MD affronta determinate tematiche, a partire dalle politiche migratorie (n. 37, 2021) e dalle legislazioni che regolano o tentano di regolare i flussi migratori, fino alla nozione e alla realtà dell’immigrazione illegale, alle migrazioni forzate e alla violenza che le provoca (n. 21, 2013) e ai rifugiati (n. 27, 2016), alla questione del rapporto tra migrazioni e sicurezza (n. 5, 2005), letta dalla rivista soprattutto come una “criminalizzazione” dei migranti.
In questa stessa prospettiva MD prende nettamente posizione nei confronti delle chiusure decise dai Paesi di arrivo per frenare la diffusione di virus: il n. 3 (2004) comprende un articolo su “HIV/AIDS e respingimenti in contesti di frontiera”, e dal n. 34 del primo semestre 2020 una serie di contributi analizza l’impatto della pandemia da Covid 19 sulla salute e mobilità dei migranti.
Anche la sezione “La voce degli attori”, presente come detto fin dal primo numero, è costitutiva dell’identità della rivista. Racconta, ad esempio, esperienze e vissuto dei migranti attraverso testimonianze dirette: nel n. 4 (2005), sono raccolte le storie di quattro giovani studentesse e studenti discendenti di immigrati messicani; nel n. 7 (2006) un articolo narra l’incontro avvenuto in una località del Chiapas (Messico) tra alcune organizzazioni impegnate nella zona nella difesa dei diritti umani e alcune decine di migranti lì residenti; nel n. 24, sono analizzate le interviste a quattro ex emigranti ritornati in Messico.
Altri temi affrontati in questa parte della rivista sono per esempio l’azione delle associazioni e delle istituzioni degli stessi migranti (n. 2, 2004) e l’impegno di gruppi e singoli a loro favore: nel n. 22 (2014) è pubblicata un’intervista a un sacerdote cattolico. MD inoltre dà notizia qui di forum e colloqui internazionali sulle migrazioni promossi da organizzazioni non governative (n. 8, 2007; n. 13, 2009; n. 19, 2012).

ODISEA. REVISTA DE ESTUDIOS MIGRATORIOS (Instituto Gino Germani, Facultad de Ciéncias Sociales ‒ Universidad de Buenos Aires, 2014-)
“Odisea. Revista de Estudios Migratorios” (OREM) è pubblicata dal 2014 come annuario digitale open access dall’Area de Estudios Migratorios dell’Instituto Gino Germani, appartenente alla Facultad de Ciéncias Sociales dell’Universidad de Buenos Aires. È disponible all’URL: https://publicaciones.sociales.uba.ar/index.php/odisea.
È diretta dalla fondazione da Susana Novick. Fino al 2023 ha pubblicato esclusivamente dossier monografici, dal prossimo anno annuncia di voler aprire a proposte su temi diversi “nel campo delle migrazioni” (cfr. https://publicaciones.sociales.uba.ar/index.php/odisea). Nata con l’obiettivo di pubblicare articoli provenienti dall’America Latina e dal resto del mondo, adotta una prospettiva prevalentemente sociologica nelle tematiche che affronta: il primo numero e il quarto sono dedicati ai processi di integrazione degli immigrati. Tra i temi affrontati nei dieci fascicoli editi finora ci sono l’interculturalità (n. 2, 2015); le dinamiche famigliari da una prospettiva di genere (n. 3, 2016); i diritti politici dei migranti (n. 6, 2018); il rapporto tra migrazioni e spazio urbano (n. 8, 2020).

DIARIOS DEL TERRUÑO (Universidad Autónoma Metropolitana, Città del Messico, seconda serie, 2016-)
“Diarios del terruño” è una pubblicazione digitale semestrale dell’Universidad Autónoma Metropolitana di Città del Messico, disponibile in open access all’URL: www.revistadiariosdelterruno.com. Il comitato editoriale è internazionale e include studiosi afferenti a università messicane, argentine e spagnole.
Ha come obiettivo contribuire al dialogo, all’analisi e alla riflessione sui processi migratori, adottando una visione critica sia rispetto alla prospettiva accademica canonica che a quella della società civile. La rivista si propone inoltre di offrire uno spazio attraverso il quale costruire vincoli professionali con altri ricercatori per scambiare idee, risultati, metodologie e conoscenze. I quattordici numeri finora pubblicati dal 2016 affrontano soprattutto temi relativi alle migrazioni contemporanee nel continente americano, con un’attenzione particolare per quelle messicane e per il contesto argentino. Con minore frequenza sono comparsi articoli sull’Europa e l’Africa. L’ultimo fascicolo (n. 14, 2022) è un numero monografico, dedicato alle migrazioni latinoamericane in Canada.

Huellas de la Migración (Universidad Autónoma del Estado de México, Toluca de Lerdo, Messico, 2016-)
“Huellas de la Migración” è una rivista scientifica digitale con periodicità semestrale, disponile all’URL: https://huellasdelamigracion.uaemex.mx/index. Edita dall’Universidad Autónoma del Estado de México, prevede la revisione tra pari degli articoli, pubblicati in spagnolo e occasionalmente in inglese (per esempio nel n. 2). Nata con l’obiettivo di creare uno spazio per diffondere risultati di ricerche, discussioni teoriche e riflessioni accademiche sui fenomeni migratori in America Latina, in Messico in particolare, e nel mondo, dedica in realtà attenzione di gran lunga prevalente all’emigrazione messicana, soprattutto negli Stati Uniti. Alcuni articoli riguardano inoltre il Messico come Paese di transito dell’emigrazione centroamericana (nn. 13 e 14). I quattordici numeri finora pubblicati sono organizzati di norma in due sezioni: l’editoriale di presentazione e gli articoli, in numero variabile.

CUADERNOS DEL ARCHIVO (Centro de Documentación de la Inmigración de Habla Alemana en Argentina, Buenos Aires, 2017-)
“Cuadernos del archivo” è una pubblicazione semestrale del Centro de Documentación de la Inmigración de Habla Alemana en Argentina, che raccoglie articoli su temi relativi alla storia dell’immigrazione di lingua tedesca in Argentina. È disponibile in versione cartacea e accessibile in versione digitale open access all’URL https://centrodiha.org/publicaciones-impresas/.
Dopo aver pubblicato sulla citata EML i lavori presentati in due convegni (2011 e 2013), il Centro inaugura la serie dei “Cuadernos” con i lavori presentati in un altro convegno, tenutosi nel 2015 (n. 1). Gli argomenti trattati nei numeri successivi sono stati le testimonianze degli immigrati tedeschi (n. 2 e n. 4); la propaganda peronista in tedesco (n. 3); le istituzioni (nn. 5-6); la colonizzazione e vari temi legati alle diverse attività dei gruppi tedeschi nel Paese sudamericano.

MIGRACIONES INTERNACIONALES: REFLEXIONES DESDE ARGENTINA (OIM Argentina, Buenos Aires, 2017-)
Dopo la trasformazione dell’OIM in Agenzia Collegata dell’ONU nel 2016, nel 2017 l’Ufficio per l’Argentina della stessa OIM avvia le pubblicazioni della rivista digitale open access “Migraciones internacionales: reflexiones desde Argentina”, disponibile all’URL: https://repository.iom.int/handle/20.500.11788/1714. Come suggerisce la testata, il periodico affronta temi legati alle migrazioni in Argentina, con articoli scritti in spagnolo e quasi esclusivamente di autori provenienti da quel Paese.
L’intenzione dichiarata è quella di offrire uno spazio per il dibattito ai ricercatori specializzati, ma anche ai giovani in formazione (cfr. la presentazione inclusa nel n. 1). Tra i temi di cui la rivista si è occupata negli otto numeri pubblicati fino al 2022, ci sono i problemi di integrazione dei migranti provenienti dall’Africa sub-sahariana (n. 3); l’inserimento lavorativo; il contributo culturale (n. 4 e n. 5); il Covid 19 (n. 6); i cambiamenti climatici (n. 8). In occasione del trentesimo anniversario del Mercosur, l’organizzazione internazionale creata nel 1991 da Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay per promuovere l’integrazione economica tra i Paesi membri, la rivista ha pubblicato un numero speciale (n. 7, 2022).

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Le prime pubblicazioni periodiche dedicate alle migrazioni nell’America Latina ispanica nascono al principio degli anni Ottanta del secolo scorso, per iniziativa di organismi internazionali e istituzioni religiose, attivi gli uni e le altre nella regione e specificamente impegnate, queste seconde, con i migranti. Nel decennio successivo, EML si consolida come rivista di riferimento nel settore in America Latina e non solo, per il respiro internazionale che la caratterizza e ne fa uno spazio di dialogo con studiosi nordamericani ed europei.
Non sorprende che sia pubblicata in Argentina, il Paese latinoamericano in cui più l’immigrazione è stata un fenomeno centrale e costitutivo della storia nazionale, e in cui, dopo che negli anni Sessanta le ricerche del sociologo italo-argentino Gino Germani avevano avviato la riflessione sul rapporto tra migrazioni esterne e interne e modernizzazione del Paese, dagli anni Ottanta essa è diventata un campo di studio autonomo, al quale progressivamente si è avvicinato un numero crescente di studiosi anche in ambito accademico.
Solo nel nuovo millennio lo stesso fenomeno si osserva anche in Messico, a sua volta interessato dal secondo dopoguerra, e soprattutto dagli anni Sessanta, da processi migratori sempre più intensi, con l’agglutinarsi attorno alle ricerche sulle migrazioni contemporanee di gruppi di studiosi all’interno delle università, e con la nascita di diverse riviste specializzate.
Negli ultimi anni si sono rarefatte le uscite delle due pubblicazioni più rilevanti della regione, MI e EML, con il passaggio della prima a una periodicità annuale e il ricorso frequente della seconda a numeri doppi; inoltre, OREM ha scelto di rinunciare ai numeri monografici che l’hanno contraddistinta sin qui. Più che essere un indizio di un calo di interesse verso gli studi sulle migrazioni internazionali nei due paesi ispanoamericani, Messico e Argentina, in cui essi hanno conosciuto una notevole fioritura, tali cambiamenti sono forse riconducibili a problematiche non specifiche di questo campo di studi.
Una di esse pare essere la difficoltà da parte delle istituzioni all’interno delle quali le riviste sono sorte di sostenere nel medio-lungo periodo tali iniziative editoriali. L’altra è la gestione del naturale ricambio generazionale nei gruppi di ricerca promotori dei progetti editoriali stessi: potrebbe essere così, in entrambi i casi, per EML, che ha cominciato le pubblicazioni quasi quarant’anni fa, nel quadro di una attività di ricerca sulle migrazioni passate e presenti, parallela all’azione missionaria con i migranti, che la Congregazione dei Missionari Scalabriniani ha sviluppato a partire dagli anni Sessanta, con la creazione come detto di una rete di Centri studi e riviste [3], e a cui ha progressivamente rinunciato fuori dall’Italia negli ultimi anni.
Per altri versi, va tenuto conto di una differenza sostanziale tra il contesto argentino e quello messicano: mentre in Argentina i processi migratori hanno oggi indubbiamente una rilevanza molto minore rispetto al passato [4], e forse si può dire in parte esaurita la stessa riflessione sul ruolo che hanno avuto nella storia del Paese, al centro del progetto iniziale di EML, non si può affermare lo stesso per il Messico, in cui essi hanno un notevole peso sociale e politico [5], che si riflette nella persistenza di numerose iniziative editoriali in ambito accademico, dedicate allo studio di questi fenomeni nel loro svolgersi contemporaneo.

[1] Organizzazione intergovernativa nata come Comitato Intergovernativo Provvisorio per i Movimenti Migratori dall’Europa (CIME) nel 1951: nel 1980 assume la denominazione di Comitato Intergovernativo per le Migrazioni (CIM), e quindi nel 1989 quella attuale di Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM): modifiche che riflettono la sua progressiva trasformazione, nel corso dei decenni, da comitato europeo in agenzia internazionale.

[2] Vd. nota precedente.

[3] Il primo di essi, il Centro Studi Emigrazione Roma fondato nel 1963, pubblica dal 1964 la rivista trimestrale “Studi Emigrazione”.

[4] Secondo i dati disponibili per il 2020, gli immigrati residenti nel Paese erano poco più del 5% della popolazione: cfr. https://datosmacro.expansion.com/demografia/migracion/inmigracion/argentina. Una percentuale superiore non di molto al 4,5% che risultò censito nel 2010: cfr. Migración en Argentina. Evolución y distribución espacial a partir de datos censales, disponibile on line all’URL: https://www.argentina.gob.ar/sites/default/files/migracion_en_argentina_dnp.pptx_.pdf.

[5] Il governo messicano, attraverso la sua Unidad de Política migratoria, Registro e identitad de personas, stimava in un rapporto del 2017 in circa 13 milioni gli emigrati dal Paese (oltre il 10% del totale della popolazione), parlando di una “diaspora” seconda nel mondo solo a quella indiana: cfr. i dati disponibili all’URL: http://portales.segob.gob.mx/es/PoliticaMigratoria/Panorama_de_la_migracion_en_Mexico.