Milwaukee 1917. Uno scontro tra italoamericani

Milwaukee 1917. Uno scontro tra italoamericani

Robert Tanzilo, Milwaukee 1917. Uno scontro tra italoamericani, Foligno, Editoriale Umbra, 2006 (I Quaderni del Museo dell’Emigrazione 7), 148 pp.

Milwaukee 1917. Uno scontro tra italoamericaniQuesto piccolo volume avrebbe potuto offrire uno spaccato importante non soltanto sulla vita della comunità di origine italiana nel Wisconsin durante la prima guerra mondiale, ma anche sul ruolo delle Chiese protestanti fra gli emigrati. Tuttavia l’autore si perde progressivamente nella massa dei dettagli che ha raccolto e alla fine non ha ben chiaro cosa voglia raccontare.
In primo luogo ci offre una biografia di August (Agostino) Giuliani (Vignanello, 1881 – Milwaukee, 1929), entrato nell’ordine dei Carmelitani, quindi convertitosi al protestantesimo, infine sposatosi e trasferitosi a predicare negli Stati Uniti. In secondo luogo, ci presenta una serie di informazioni sulla presenza protestante fra gli emigrati italiani di Milwaukee, prima, dopo e durante la permanenza di Giuliani. In terzo luogo, ci narra l’evoluzione delle missioni protestanti fra gli italiani di quella città, anche dopo la morte del protagonista. In quarto e ultimo luogo descrive la crescita del movimento anarchico italo-americano e il suo conflitto con Giuliani.
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I Quaderni del Museo dell’Emigrazione

Abbiamo il piacere di annunciarvi l’uscita del VII volume de I Quaderni del Museo dell’Emigrazione scritto da Robert Tanzilo, nato a Brooklyn nel 1966, dal titolo Milwaukee 1917, Uno scontro tra italoamericani.
In questo volume di 141 pagine, l’autore, attraverso i giornali dell'epoca e gli atti processuali, ricostruisce il contesto in cui si svolsero i fatti di quel 9 settembre 1917, quando un gruppo di immigrati italiani, presunti anarchici, si scontrò con la polizia che difendeva un "comizio" del pastore protestante, anche lui di origine italiana, August Giuliani. Due di loro rimasero uccisi dai colpi sparati dalla polizia. In seguito undici persone del Circolo di Studi Sociali, ritenuti anarchici, vennero arrestati e condannati a 25 anni di prigione "per cospirazione con la finalità di uccidere", dopo un processo in cui emersero tutti i pregiudizi anti-italiani.
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