If the Sidewalks of These Streets Could Talk

Moon Harvest

Giuseppe Cautela, Moon Harvest, prefazione di Thomas Cautela e introduzione di Martino Marazzi, traduzione italiana con testo originale a fronte, Castelluccio dei Sauri (FG), 2007, 383 pp.

Moon HarvestNel nuovo millennio una serie di iniziative sulla dorsale adriatica hanno fatto il punto relativamente all’emigrazione pugliese, molisana ed abruzzese e alle sue espressioni letterarie. È il caso di segnalare rapidamente la riedizioni di alcune opere della diaspora (per esempio, Luigi Donato Ventura, Peppino il lustrascarpe, Milano, Franco Angeli, 2007, e Arturo Giovannitti, Parole e sangue, Isernia, Cosmo Iannone, 2005, entrambe a cura di Martino Marazzi) e di accennare all’attività di centri come il Centro Studi Pascal D’Angelo di Introdacqua (AQ) e ad iniziative come la Fondazione virtuale Giovannitti (http://www.ripamici.it/persone/arturo.html). Si sta ricostruendo così un importante patrimonio e riscoprendo la biografia di autori quali il qui recensito Giuseppe Cautela (Ortonova FG 1883 – 1951), trasferitosi a New York, dove accompagnò l’attività di barbiere con quella, per altro limitatissima, di scrittore e saggista. Come rivela l’imbarazzata, ma puntuale, introduzione di Marazzi tale produzione è difficilmente fruibile dal punto di vista letterario (la traduzione in italiano migliora un testo in inglese di una noia praticamente mortale). Tuttavia offre un documento non trascurabile riguardo alla cultura dell’emigrazione, alla sua peculiare alfabetizzazione e spinta verso la pubblicazione o comunque verso l’espressione pubblica dei propri sentimenti e la reinvenzione letteraria delle proprie esperienze.
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Immagini di migrazioni, di Paola Ducato

Immagini di migrazioni

Paola Ducato, Immagini di migrazioni, Foligno Editoriale Umbra, 90 pp.

Immagini di migrazioni, di Paola DucatoGià alcuni anni fa il Museo Regionale dell’Emigrazione di Gualdo Tadino ha pubblicato un primo volumetto sulla rappresentazione cinematografica delle migrazioni: Luisa Cigognetti e Lorenza Servetti, Migranti in celluloida. Storici, cinema ed emigrazione, Foligno, Editoriale Umbra, 2003. Oggi propone questo quaderno di grande formato, che non soltanto traccia una schematica introduzione alla materia, […]
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Il mondo in italiano. Varietà e usi internazionali della lingua

Il mondo in italiano. Varietà e usi internazionali della lingua

Barbara Turchetta, Laura Mori ed Elisa Ranucci, Il mondo in italiano. Varietà e usi internazionali della lingua, Roma-Bari, Laterza, 2007, 158 pp.

Il mondo in italiano. Varietà e usi internazionali della linguaBarbara Turchetta e le sue collaboratrici si sono poste l’obiettivo di studiare “quelle forme di italiano nel mondo per così dire 'divergenti' dalla varietà di lingua di riferimento in Italia” (p. 1). Hanno dunque esplorato l’italiano come lingua: seconda in Europa e nel mondo, cioè l'italiano delle comunità emigrate; ufficiale e di lavoro nelle istituzioni comunitarie; della legislazione europea; appresa dai non italiani. […]
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Gli immigrati italiani nel cinema canadese. Un’intervista a Bruno Ramirez

Oltre venti anni fa molti studiosi dell’emigrazione italiana in Canada furono folgorati da un’opera a metà strada fra il documentario e la docu-fiction: Caffé Italia, Montréal (Montréal, ACPAV, 1985 ; regia di Paul Tana; scenggiatura di Paul Tana e Bruno Ramirez). In poco meno di un’ora e mezza (ma una delle versioni circolanti raggiungeva appena i 57’) lo spettatore si trovava immerso nella comunità e soprattutto nella quotidianeità “italiana” della metropoli quebecchese.
In particolare spiazzavano i primi minuti. Un cantante atticciato si scatenava sul palco nell’allora tipica atmosfera heavy metal. Alla fine del pezzo rientrava nei camerini, dove chiacchierava in inglese con due bionde groupies, ma veniva interrotto da una televisione locale. E qui scattava la prima sorpresa: l’intervista era in francese, perché aveva luogo a Montréal nel Québec, e il cantante rispondeva con il pesante accento locale.

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L’emigrazione siciliana*

Ti lassu Sicilia bedda mia
Iu parru sulu la lingua to,
e partu e vaju assai luntanu
unni si parra sulu amiricanu
(Franco Trincale, Sicilia a Brooklyn, in Lettera al papà lontano, musicassetta Fonola, s.d.)

 

Semo arivati qui in una cità che si chiama Nuova iorca ed è più grande di tutta la Siggilia che fa spavento tanta è la popolazione nelle strate. Uno si perde. Ma cci sono molti nostri paesani che pare di essere a Rabato e si fa tanto di cuore sentendo il nostro linguaggio
(Luigi Capuana, Gli “Americani” di Ràbbato, Torino, Einaudi, 1974, p. 38)

Nell’ultimo ventennio del Novecento l’emigrazione siciliana è stata raccontata in numerose testimonianze letterarie. Essa aveva già avuto riscontro nella letteratura di viaggio o nelle pagine di Pirandello2, nonché aveva da tempo trovato un proprio spazio nella canzone folklorica: si pensi ai versi di Trincale qui posti in epigrafe, nonché a Lu trenu de lu suli, la ballata di Ignazio Buttitta in memoria di Salvatore Scordo sepolto dalle macerie di Marcinelle3. Dopo il 1980, però, sono apparsi quadretti della vita quotidiana dei migranti, che danno voce proprio a questi ultimi4. In particolare nel 1991 è stata pubblicata La spartenza di Tommaso Bordonaro, dirompente diario di un contadino che ripercorre, tra le altre cose, la propria esperienza negli Stati Uniti5. In seguito la voglia di esprimersi in prima persona ha trovato la via del web: così racconti di singoli, talvolta corredati da foto o da altri materiali, sono apparsi da soli o sono stati inseriti nei dibattiti e nelle raccolte storico-documentarie di associazioni quali Sicilia mondo (http://www.siciliamondo.it/).
Agli inizi del Duemila il settore tra memorialistica e letteratura si è arricchito anche di pagine giornalistiche. Non tutte sono scritte da autori siciliani, né tutte sono imperniate sulla presenza siciliana. Tutte, però, ne ricordano qualche aspetto: la fondazione di città nordamericane che si chiamano Palermo, la colonia siciliana di Brooklyn, i siciliani negli Stati Uniti durante gli anni del proibizionismo e del gangsterismo, l’emigrazione illegale di operai e camerieri siciliani verso gli Stati Uniti alla fine del Novecento6. Inoltre è uscito un romanzo in bilico tra invenzione ed esperienza, che descrive giorno dopo giorno un anno di un laureato siciliano emigrato a Padova7.
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La Nonciature de France (1819-1904) et ses archives

La Nonciature de France (1819-1904) et ses archives

Olivier Poncet,, Città del Vaticano, Archivio Segreto Vaticano, 2006, 338 pp.

 La Nonciature de France (1819-1904) et ses archivesSu questa rivista abbiamo più volte segnalato l’importanza degli archivi ecclesiastici per lo studio dei movimenti emigratori. Un recente volume corrobora con le sue indicazioni questa petizione di principio.
Olivier Poncet insegna all’École Nationale de Chartes di Parigi, dopo aver trascorso alcuni anni a Roma come borsista dell’École Française e aver lavorato agli Archivi Nazionali francesi. Negli ultimi anni si è imposto come uno dei grandi esperti di storia vaticana: si veda il suo Les entreprises éditoriales liées aux Archives du Sainte-Siège. Histoire et bibliographie, Rome, Collection de l’École Française de Rome, 2003, nonché Offices et Papauté (XIVe-XVIIe siècle). Charges, hommes, destins, a cura sua e di Armand Jamme, Roma, Collection de l’École Française de Rome, 2005. In questo settore non si è limitato soltanto all’età moderna (il settore storiografico dal quale proviene, cfr. Pomponne de Bellièvre (1529-1607), un homme d’État au temps des guerres de Religion, Paris, École des Chartes, 1998), ma ha approfondito i rapporti tra Francia e Santa Sede sull’arco di più secoli, come dimostra l’importantissimo saggio Grammaire et diplomatie sous la Troisième république. 

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