Per una storia politica dell’emigrazione

Emigrazione italiana e antifascismo in esilio

Agli specialisti è ben noto, sin da quando il tema incominciò ad essere oggetto di indagine storiografica al principio degli anni Cinquanta, che il tratto distintivo dell’emigrazione antifascista italiana, subito evidenziato da un’analisi comparativa delle migrazioni politiche novecentesche, è la rilevanza del nesso tra esilio politico e diaspora economica, determinato da due distinti fattori1.
In primo luogo va ricordata la composizione dei flussi in uscita dall’Italia nei primi anni Venti, caratterizzati dalla nutrita presenza di lavoratori la cui decisione di spostarsi all’estero nasceva non solo da ristrettezze economiche patite in Italia, ma anche, e in molti casi soprattutto, dal bisogno di “cambiare aria”, di abbandonare luoghi di residenza nei quali la vita si era fatta rischiosa ed insostenibile a causa degli attacchi dello squadrismo fascista e la possibilità stessa di conservare o trovare un’occupazione era compromessa dalle intimidazioni, dall’emarginazione sociale e dai veri e propri “bandi” con cui i fascisti, divenuti padroni del territorio, colpivano i militanti più in vista, sul piano locale, della sinistra politica e sindacale.

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Le politiche migratorie italiane, ieri ed oggi.

Invito
Per la serie
“letturEdialoghi al CSER”

 

Le politiche migratorie italiane, ieri ed oggi. Strategie e problemi a confronto

Presentazione dei libri di:

 
M. Colucci, Lavoro in movimento. L’emigrazione italiana in Europa (1945-57), Donzelli editore, Roma 2008 
 
L. Einaudi, Le politiche dell’immigrazione in Italia dall’Unità ad oggi, Roma-Bari, Laterza, 2007
 
 

15 Maggio 2008, ore 15.30
Centro Studi Emigrazione Roma – Via Dandolo, 58
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Emigrazione e tratta minorile in Basilicata nella seconda metà dell’Ottocento

Il problema della tratta minorile in varie nazioni europee, soprattutto Francia e Inghilterra, era tristemente presente, nella seconda metà dell’ottocento, in varie zone d’Italia. Il territorio dell’attuale provincia di Frosinone, ad esempio, fu coinvolto nell’incetta di fanciulli da impiegare come garzoni nelle vetrerie francesi e non furono pochi i casi di coloro che, per i massacranti turni di lavoro e per la vita di stenti, morirono o si ammalarono gravemente, specialmente di tubercolosi1. La questione sollevò molti interventi, sia in Italia che in Francia, ma non servì a bloccare il fenomeno il quale proseguì anche per la mancanza, nei due Stati, di una efficace legislazione di protezione delle vittime.
Anche la Basilicata fu coinvolta, anche se in maniera diversa, nella tratta minorile verso le nazioni europee, ma si registrarono parecchi casi anche oltreoceano. A partire, infatti, dalla metà dell’Ottocento molte città inglesi e francesi vennero invase da un esercito di “fanciulli girovaghi”, provenienti dai comuni di Viggiano, Marsicovetere, Corleto Perticara, Laurenzana, Tramutola, Calvello, Picerno ed appartenenti, per lo più, a famiglie contadine, i quali andavano per strada a suonare l’arpa ed il violino2.
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Concorso Video “Memorie Migranti”. Premiazione Ufficiale

 Il 18 aprile 2008, si svolgerà a Gualdo Tadino, la premiazione ufficiale del Concorso Video “Memorie Migranti”. Giunto alla quarta edizione, ha ricevuto l’alto patronato della Presidenza della Repubblica, del Ministero Affari Esteri ed il patrocinio delle Teche Rai ed ha come testimonial d’eccezione, il giornalista Piero Angela ed il regista Giuliano Montaldo.
“L’obiettivo dell’iniziativa”, sottolinea il Presidente Angelo Scassellati, “è quello di favorire il recupero e la sensibilizzazione della memoria storica dell’emigrazione italiana nel mondo dalla fine dell’Ottocento ai nostri giorni, nonché stimolare un’attività di ricerca e di studio sugli aspetti storici, sociali ed economici legati a questo fenomeno”.
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Per una storia politica dell’emigrazione

Garibaldi, i Garibaldi, i garibaldini e l’emigrazione1

1. Esilio ed emigrazione
Nei primi capitoli di Nostromo, pubblicato nel 1904, Joseph Conrad descrive non soltanto l’ambiente geografico, ma anche i personaggi principali. Tra questi si distingue l’anziano albergatore Giorgio Viola, che determinerà l’esito finale, ma che a noi qui interessa perché è un italiano, anzi un ligure, emigrato in Sud America. Di Viola Conrad sottolinea più volte che è stato un garibaldino e agli inizi del terzo capitolo specifica che era “often called simply the ‘Garibaldino’ (as Mohammendans are called after their prophet)”. Poche righe più sotto spiega il parallelo: “The old republican did not believe in saints, or in prayers, or in what he called ‘priests’ religion”. Liberty and Garibaldi were his divinities”2.

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