Roma 20-7-1947

 

Ma oggi da come ho fatto il conto io avresti dovuto riceverne 2 tutte insieme perché insieme le scrissi. Desidero tanto che tu l’abbia ricevuto per renderti conto delle mie condizioni.

La tua lettera mi ha rattristato tanto; ma io lo sento che quello scoraggiamento che hai è dovuto anche perché non ti siamo vicini, e non hai una parola d’incoraggiamento da me personalmente. E’ per quello anche che io bramo ardentemente raggiungerti, esserti vicina, incoraggiarti quando ti butti giù col morale. Ti ricordi che era questo il punto dei nostri discorsi, e la raccomandazione mia di non abbatterti, vincere il tuo stato di debolezza quando ti opprime. Certo si era preparato a questo cambiamento, ma appunto perché eravamo consapevoli, sappiati rialzare da questo sconforto, fai di queste parole che sono costretta dirtele con la penna, tu le senta invece coi tuoi orecchi, come te lo dicessi con la voce. Ti penso continuamente e nel mio pensiero mi passi appunto in questi momenti più dolorosi ed ho la certezza che da quando sei andato via non hai passato ancora momenti di gaiezza. Ti conosco mio caro, e voglio che sappi sopportare non soffrendo come sei solito.

Mario mio auguriamoci di sorpassare anche questo ostacolo. Ricordati sempre quello che dice Don Giuseppe, perché la cosa riesca bene, deve venire ostacolata, che con l’aiuto di Dio oltrepassata. Mario voglio sperare anche che hai dato ascolto alla raccomandazione mia di mangiare abbastanza tanto da rimetterti in forza. Hai capito? Ascoltami.

Mio caro dunque come mi dici che la Fama, ha fatto quel brutto scherzo, anche io ci contavo già ma pazienza hai saputo già afferrare un’altra occasione. Che sia di tuo gradimento e soddisfazione. Mi sento intanto preoccupata riguardo il tuo alloggio. Possibile neppure un buco? Ma c’è proprio questa scarsità? Una cosa che appunto mi ha rattristato è che tu parli di ritornare, ma forse hai parlato anche così perché non sei ancora al corrente di come mi trovo qui a Roma. Ora che l’avrai saputo, ti rendi conto dello sforzo che devi fare per procurare appunto anche un buco di camera, non stare a guardare per il sottile, come per principio ci basterà. Perché non è detto che ci sia da star molto. Fra gli operai sono partiti anche quelli dell’edilizia, e penso che non ci vorrà molto. Per vivere poi se come mi dici, che il mangiare non dà a pensare, sul momento tanto non c’è altra cosa che ci interessa. Ben detto poi come hai scritto, riguardo tirare avanti a vivere, essendo in 3 a lavorare, ho la certezza che non si tribolerebbe. Ora non vedo l’ora di avere risposta sulle prime due lettere mie, che se non ci sono contrattempi la dovrei avere la fine del mese, se tu mi rispondi subito. Anche questa tua ci ha messo 9 giorni, ma questa è la terza, e tu invece mi dici che è la quarta. Voglio sperare che ti sia sbagliato e non vorrei che si fosse smarrita. Di mio invece questa è la 5°.

Caro Mario questa mattina, insieme alla Signora sono tornata a riaffacciarmi a Via Boncompagni; ho parlato con il Dott. Spano, e mi sono sfogata con lui per quello che i signori dell’ufficio sono stati buoni a farci facendoci trovare in queste condizioni. Mi ha parlato francamente dicendomi appunto che c’è della gente che non s’interessa affatto delle questioni anzi. Perché appunto a lui ho spiegato che tanto più che eravamo in nota per gl’imbarchi, sapevamo che avevamo dato via tutto, ci fanno quel bel capolavoro di ritardarci l’invio dei nostri documenti in questura. Lui mi ha detto a me e di riferire anche a te e Fernando di darvi da fare e mandarci la richiesta, perché c’è il fermo dell’emigrazione causa l’invio di persone non di fatti pulita, ed anche incapaci di lavorare. L’avrai saputo laggiù? Il giornale ne ha parlato parecchio, sappi che un numero di queste persone viene anche rimpatriato (fatto bene, perché questo ha rovinato i fatti di tutti gli emigranti). Mario dunque datti da fare a trovare casa (anche da poco conto) e manda richiesta. Possibilmente non più tardi della fine d’anno. Da quella signora che ti accennai sulla mia precedente, non può far niente, perché la figlia si è dimessa non appena si è dimesso il ministro Scilingo. Cercherò di fare altri passi pure io non appena tu mi rispondi sulle prime due lettere. Caro Mario scusa se i tuoi figli non hanno potuto aggiungere qualche rigo, perché come vedi lo spazio è occorso tutto a me, neppure sufficiente perché avrei ancora bisogno di dirti altre cose. Sappi però che sei sempre nel nostro cuore e sempre sulla bocca, nominandoti continuamente. Mario mio mi affretto subito ad impostarla, arrivo a Via Taranto per mandarla via prima, perché domani parte l’aereo. Ricevi tanti baci affettuosi dai tuoi cari, saluti da tua zia, Evelina non mi ha risposto a quella lettera che gli mandai, telefonerò a Lino per dargli i tuoi saluti

I miei ti salutano affettuosamente

(tanti baci particolari da me tua Maria