Roma 25 – Luglio 1947

purtroppo siamo molto lontani e la posta per giunta ci mette parecchio, a me risulta 9 giorni di viaggio, a te invece? Non vedevo l’ora che fosse giunto il 20 di questo mese, perché appunto da un calcolo fatto da me tu avresti dovuto ricevere due mie prime lettere, le quali ti avranno confortato. Avrai saputo così le nostre notizie e condizioni. Ora Mario puoi immaginare come aspetto la risposta di queste! Sulla ultima tua mi accenni ad un possibile ritorno tuo; mio caro ora è impossibile, motivo che non abbiamo più casa ed appunto questo è quello che ci sprona ad andare avanti nel nostro intento. Se era diversamente, allora saresti ritornato e non se ne parlava più. Ma poi in concreto, hai capito se la vita per noi si renderebbe più facile di quì? Dalle tue apprezi che il tenore di vita sarebbe stato molto migliore, è ancora così ora? Quì non farti illusioni diverse da come sei partito, è sempre la solita canzone, i generi tutti sono aumentati compresi quelli di borsa nera, e così avanti di questo passo. Sistemazioni governative in vista, niente di buono, dunque pensa a quello che abbiamo sofferto e sappi fare il confronto. Senti Mario sono animata da un ardente coraggio, mi sento di affrontare qualunque cosa, ma non di starti lontano. Mario avrai deciso sul modo da fare? Al principio della settimana voglio ritornare in Via Boncompagni, ma a dirtelo francamente mi hanno fiaccato la speranza che di loro possa essere la mia partenza; spero più in una tua richiesta. Dentro di me fo’ questo ragionamento, senti se concorda con il pensiero tuo; visto che in Buenos Aires non è possibile sistemarti per via anche che non ci sono case, aspetterai notizie mie e poi cercherai di andare in un’altro punto dell’Argentina dove ci possa essere questo appunto che manca e poi chiamarci. Ma credimi dopo fatto questo penziero mi sento ossessionata pensare che dovrà scorrere ancora del tempo e questo è quello che non vorrei. Quando mi accade di stare in questa agitazione soffro terribilmente. Ho una smania tremenda perché trovandomi appunto senza casa, è una sento che è il principio dello svolgere del nostro passo, ma trovandomi così incastrata mi tiene in pensiero. Se invece la cosa si era svolta come avevamo debitamente compilato insieme, allora era tutt’altro. Avrei aspettato ugualmente con ansia il momento di riunirci, ma siccome ero già preparata ad un passar del tempo da aspettare sarebbe stato meglio. La tua fretta, (che ti dico bene non te la rimprovero) ha causato questa furia anche in me. E credi non so darmi pace; ora non aspetto altro una tua risposta che dovrà giungermi se tutto va bene il 30-31 c.m.

Pazienza Mario e perdonami se invece di rincuorarti ti addoloro, ma ho bisogno di aprire l’animo e a chi se non a te?

Mario mio prego Dio che tu stia sempre bene in salute, che mangi perché voglio trovarti rimesso come voglio io. Come pure voglio sperare che momentaneamente hai trovato un alloggio per te e mi dirò fortunata se saprò che hai trovato una casa per tutti.

Noi quì siamo sempre in tutti i giorni in attesa di posta. Io lavoro, figurati che appena mi hanno rivisto lavorare, sono ritornate qualcuna. In giro non vado più perché ormai le cose sono sistemate. I tuoi figli non pensano ad altro che a giocare. Ora Maurizio riprende da solo a studiare e tenterà magari in Settembre gli esami, come va va, oramai. La chiamata per Fregene le bambine ancora non l’hanno avuta. Munizzi l’altra settimana mi chiese per l’appunto le date di loro, che io glie le comunicai. Se venisse la chiamata, io li mando ugualmente, tanto se fosse il caso poi di partire, fo presto ad andarli a riprendere. Ancora non l’ho portati in nessun posto, non so’ sicura se in quest’altra settimana li farò contenti. L’altro ieri pomeriggio andammo tutti insieme da zia, che fu contenta, ci trattenemmo più di un’ora e poi ritornammo, a dar retta a loro bisogna farlo tutti i giorni, ma un po’ perché non ho tempo, un po’ pure non mi sento di muovermi, mi sento disorientata come si suole dire, ne cotta ne cruda. Caro Mario sono le 9 1/2 di mattina in questo momento i bambini sono già alzati ed hanno fatto colazione ora si preparano e li porto con me alla posta di Via Taranto ad impostare questa mia con la speranza che ti giunga prima di tutte le altre. Intanto Mario mio sappi che il nostro cuore e la nostra mente sono a te vicini da parte dei tuoi figli ricevi tanti baci i più affettuosi. Ti mando i saluti di tua Zia, di mia madre, sorella, di Don Giuseppe, di Munizzi.

Di Evelina non so niente, so da parte di zia che stanno tutti bene, Luciano è passato agli esami, avrei preferito che mi avesse risposto a quella lettera, ma niente. Io domani mattina sabato, telefono a casa a Lino dò tue notizie da portare a tua sorella, però non gli sto a dire niente di tutto il resto che mi hai mandato a dire. Ti saluto caramente e ti bacio Maria