Roma 4-8-1947

interessata che sappia sollevarti nei momenti tristi. Ma non disperare Mario sento ora che presto questo possa essere, rincuorati Mario non è tardi il momento che desideriamo. Mio caro sperando che questa mia non ti trovi realmente come ho pensato sono a darti mie notizie. Tanto io che i bambini stiamo bene in salute, solo ci rattrista starti lontano. La nostra vita scorre sempre uguale, abbiamo molto caldo; pensa che facciamo 37.5 all’ombra e ci squagliamo come le candele, io penso invece a te che avrai freddo. Non me lo hai ancora spiegato bene. Se fosse freddo ti basta quanto ti sei portato, con il paltò vai bene con quello che hai? Ti penso a casa, è vero? Non vedo l’ora di saperlo di preciso. Io come ti dissi sull’ultima, lu venerdì andai all’ufficio del lavoro ed ho fatto domanda di sussidio: è la previdenza sociale che lo passa. Nella stanza dove sono andata ci ho trovato il dott. Spano.

Appena mi vide credeva che gli portassi qualche novità. Così tornammo a parlare sul nostro caso, ed anche lui mi suggerì di andare a parlare con Guemez. Oggi pomeriggio arrivo alla Delegazione argentina e cerco di parlarci raccomandandomi all’usciere che ora mi conosce, perché è un po’ difficile che riceva. Però Spano è tornato a dirmi che facessi richiesta tu, perché allora non ci occorre altro e possiamo partire; c’è un piroscafo il 5, il 18 del m.c. ed il 3 Settembre. Mi sento una certa riuscita per quello del 3 settembre.

Io non ho ancora risposta alla mia in cui ti parlavo di questa richiesta, ma sò per parte della signora che ha ricevuto posta del marito in data 25-7 ed appunto su quella gli parla di questa richiesta. Senza dubbio sei al medesimo punto anche te. Apposta sono terribilmente ansiosa di ricevere posta dove tu mi confermerai di aver fatto richiesta.

Mario mio mi sento appunto sicura di raggiungerti presto dietro le informazioni datemi da Spano. Oggi poi andrò da Gomez, sto aspettando la telefonata della sorella della Signora per prendere appuntamento venendo lei, perché la signora è andata a casa della madre prossima a sgravarsi. Ma non pensarci che se non viene a me non interessa, i passi li fo’ da me, non ho bisogno di nessuno; se poi venisse ordine di partire e lei non si trovasse pronta, stai pur tranquillo vengo via con un salto. Mi dispiace magari per lei, ma non ci posso fare niente.

Mario penso già al tuo viso quando ci vedrai sbarcare, che gioia, non posso pensarci, che mi mette una smania addosso da non spiegare. Facciamoci coraggio Mario d’aspettare quest’altro poco di tempo, perché sento veramente che sia poco. Venerdì prima di arrivare in Via Boncompagni andai in ufficio per consegnare la tua domanda; difatti la prese Munizzi impegnandosi di fare come l’altra. Ringraziandolo gli detti i tuoi saluti. Ora se tu puoi scrivigli. S’interessò di sapere anche delle colonie, sembra che ci siano le partenze il 10 c.m. ma ancora non è arrivato niente, ma voglio sperare. Quel mattino stesso arrivai a casa di Evelina che era rientrata a Roma la sera avanti. Volle sapere tue notizie che io comunicai e stetti un po’ con lei. Sta bene così pure Massimo che cammina bene solo però tutti i spigoli sono suoi, pensa quanti ce n’ha a casa. Luciano e Lino anche loro bene. Zia Marietta sempre uguale, ora gli si gonfiano i piedi, ma ancora non si decide a farsi vedere, lo sai com’è fatta! Però torno a dirti se puoi scrivere anche a loro.

Avrei desiderio Mario che tu mi racconti come passi la giornata, in officina come ti ci trovi, che cosa fai, se è lavoro per te. E se hai avuto casa, sappimi dire qualche cosa in proposito. Mentre eri nell’albergo, hai avuto una chiamata da un certo Palombelli. A questo gli ha scritto un conoscente di Zia Marietta, che gli ha detto di aiutarti in qualche maniera. Io ho quì anche un’altro indirizzo che te lo dò pensando che può essere sempre utile.

(Maria e Francesco Vallino – Calle Umberto I° 1650 Avellaneda Piñeiro – Buenos Aires). Dagli notizie del fratello Leone Luigi, dicendogli che sta bene, vedi un po’ tante volte possa esserti utile.

Vorrei sapere poi da te se è vero quanto mi ha detto la Signora. Il marito gli accenna, di potersi occupare alle dipendenze del governo, con la disponibilità della casa, tutto questo è in un’altra parte dell’Argentina. E’ vero? Sai non credo a niente fino a che non mi dai conferma di queste notizie, è capace che quanto ti ho chiesto, tu l’abbia già mandato a dire, in tutti i modi se non lo fosse mi ci risponderai allora. Mario non so se con questa carta passi il peso. L’ho fatto perché carta e busta aerea è confezionato con un solo foglietto, qualcuno mi ci aggiunge l’altro, ma altri non possono farsi rimanere le buste. Spero non ci paghi tassa.

Mario nel momento non ho altre notizie da comunicarti, t’invio i saluti di Zia ed Evelina e dei miei. Ora nel resto dello spazio scriveranno due righe i tuoi figli. Ti bacio caramente raccomandandoti ancora di non stare in pensiero e augurando di presto riavvicinarci

Tua Maria (spero di avere posta in giornata

 

Papà mio. Ti penso sempre, pensando con gioia all’ora che posso riabbraccicarti. Ti chiedo la S. Benedizione e ti bacio tanto tua figlia Luciana.

 

Papà mio anche io ti penso sempre e non vedo proprio l’ora di riabbracciarti. Ora penzo a giocare e poi venuta giù ricominciare a studiare. Avendo poco spazio lascio di scriverti penzandoti sempre ti chiedo la S. Benedizione la tua figlia Liliana.

 

Maurizio t’invia saluti e baci ti scriverà su di un’altra.