Recensione: In memoria: Nunzio Pernicone (1941-2013)

Uno dei principali contributi della ricerca di Pernicone è venuto proprio dalla mappatura delle complesse polemiche teoriche nella poliedrica galassia degli anarchici immigrati dall’Italia, progressivamente divisi tra l’ala galleanista, la più intransigente nel rifiutare le strutture associative formali ma pure la più incline a ricorrere agli attentati e al terrorismo, e quella dei seguaci di Errico Malatesta, tra i quali era per certi aspetti collocabile lo stesso Tresca, che si rivelò maggiormente disponibile nei confronti delle forme organizzative e meno propensa alla violenza politica ((Nunzio Pernicone, Luigi Galleani and the Italian Anarchist Terrorism in the United States, “Studi Emigrazione”, 30, 111 (1993), pp. 469-88; Idem, War among the Anarchists. The Galleanisti’s Campaign Against Carlo Tresca, in The Lost World of Italian-American Radicalism. Politics, Labor, and Culture, a cura di Philip V. Cannistraro e Gerald Meyer, Westport, CT, Praeger, 2003, pp. 77-97.)). Seguendo questo filone, Pernicone si è spinto a coprire con le sue indagini anche il periodo precedente all’immigrazione di Tresca in America, come attestato da un recente saggio sul breve soggiorno di Malatesta negli Stati Uniti tra l’agosto del 1899 e l’aprile del 1900 quando svolse, sia pure part-time, la funzione di direttore del periodico “La Questione Sociale” di Paterson nel New Jersey ((Nunzio Pernicone, Malatesta e La Questione Sociale, in Errico Malatesta, “Verso l’anarchia”. Malatesta in America, 1899-1900, a cura di Davide Turcato, Milano, La Fiaccola, 2012, pp. xv-xxxi.)).

Questo spaccato delle articolazioni dell’anarchismo italo-americano, che erano spesso un riflesso di polemiche sorte nella terra natale, è risultato indubbiamente arricchito dalla profonda dimestichezza che, grazie alle sue indagini pregresse, Pernicone aveva sia con le contese che animavano gli anarchici in Italia, sia con la storia più generale del movimento dei lavoratori e dell’antifascismo in questo paese ((Nunzio Pernicone, The Italian Labor Movement, in Modern Italy. A Topical History Since 1861, a cura di Edward R. Tannenbaum e Emiliana P. Noether, New York, New York University Press, 1974, pp. 197-227; Idem, Italian Antifascists in the Spanish Civil War, “La Parola del Popolo”, 29, 147 (1978), pp. 132-40. Cfr. anche Nunzio Pernicone, Errico Malatesta, in The Routledge Dictionary of Twentieth-Century Political Thinkers, a cura di Robert Benewick e Philip Green, New York, Routledge, 1992, pp. 142-44.)). In tal modo, Pernicone ha elaborato un modello di approccio transazionale alla storia del radicalismo italo-americano che ha precorso l’adozione di questa categoria come paradigma interpretativo privilegiato nello studio delle migrazioni in generale e non soltanto del caso particolare degli italiani ((Il manifesto della teorizzazione della prospettiva transnazionale nello studio delle migrazioni è generalmente considerato Toward a Transnational Perspective on Migration: Race, Class, Ethnicity, and Nationalism Reconsidered, a cura di Nina Glick Schiller, Linda Basch e Cristina Blanc-Szanton, New York, New York Academy of Sciences, 1992. Per un’applicazione di questo paradigma al caso delle migrazioni italiane, ma non strettamente connesso all’esperienza del radicalismo, cfr. Women, Gender, and Transnational Lives. Italian Workers of the World, a cura di Donna R. Gabaccia e Franca Iacovetta, Toronto, Toronto University Press, 2002.)). L’idea della circolazione continua di idee, di personalità e di pubblicazioni dell’estrema Sinistra tra l’Italia e gli Stati Uniti, infatti, era presente nella riflessione di Pernicone fino dalla relazione presentata al convegno dell’American Italian Historical Association del 1972 ricordata sopra ((N. Pernicone, Anarchism in Italy, 1872-1900, cit., pp. 1-4. Non a caso, prima della sua pubblicazione a stampa, il testo della relazione di Pernicone portava il titolo The Italian Anarchist Movement: The Transatlantic Dimension, 1872-1900 (cfr. ivi, p. 1).)). Dell’esempio di Pernicone si sono potute avvalere indagini successive sulle reti transatlantiche degli anarchici e degli altri sovversivi italiani negli Stati Uniti ((Cfr., per esempio, Michael Miller Topp, Those without a Country. The Political Culture of Italian American Syndicalists, Minneapolis, University of Minnesota Press, 2001; Davide Turcato, Italian Anarchism as a Transnational Movement, 1885-1915, “International Review of Social History”, 53, 3 (2007), pp. 407-44; Travis Tomchuk, Transnational Radicals: Italian Anarchist Networks in Southern Ontario and the Northeastern United States, 1915-1940, tesi di dottorato inedita, Queen’s University, 2010; Kenyon Zimmer, “The Whole World Is Our Country”: Immigration and Anarchism in the United States, 1885-1940, tesi di dottorato inedita, University of Pittsburgh, 2010; Mario Gianfrate e Kenyon Zimmer, Michele Centrone tra vecchio e nuovo mondo. Anarchici pugliesi in difesa della libertà spagnola, Sammichele di Bari, Suma, 2012.)). Analoga fonte di ispirazione per le ricerche di una generazione più giovane di studiosi, che si sono occupati degli aspetti più strettamente culturali del radicalismo italo-americano, è stata l’attenzione che Pernicone ha prestato alla produzione letteraria di anarchici come Arturo Giovannitti ((Nunzio Pernicone, Arturo Giovannitti’s “Son of the Abyss” and the Westmoreland Strike of 1910-1911, “Italian Americana”, 17, 2 (1999), pp. 178-92; Marcella Bencivenni, Italian Immigrant Radical Culture. The Idealism of the Sovversivi in the United States, 1890-1940, New York, New York University Press, 2011.)).