Tre recensioni di Matteo Sanfilippo

Il caso di Bordonaro, contadino del palermitano emigrato negli Stati Uniti a 38 anni, nel 1947, nasce soprattutto sul versante letterario e linguistico della meditazione italiana relative alle migrazioni: La spartenza è immediatamente discussa nella Storia della lingua italiana. Il Novecento di Pier Vincenzo Mengaldo, Bologna, il Mulino, 1994, oltreché avere attirato l’attenzione di Folena per l’impasto di dialetto, americanismi e italiano. Tuttavia, come suggeriva Franzina, anche gli storici hanno iniziato a interessarsi a questa produzione, così oggi Gibelli, notissimo studioso delle lettere e dei diari di emigranti soprattutto liguri, introduce il secondo volume di Antonio Sbirzola. Questi ha vinto il Premio Pieve nel 2006 con quello che diviene poi Un giorno è bello e il prossimo migliore. Un siciliano in Australia, Milano, Terre di mezzo, 2007 (prefazione di Melania G. Mazzucco). Diario di alcuni avvenimenti australiani a partire dal 1977, quando l’autore decide di realizzare down under il proprio sogno di costruirsi una grande casa, quasi una villa padronale. In realtà Sbirzola è arrivato in Australia molto prima, come rivela la recente pubblicazione di Povero, onesto e gentiluomo, un vero e proprio prequel. Qui alla giovinezza in provincia di Caltanissetta seguono gli anni di emigrazione a Genova (1958-1961) e quindi la partenza per l’Australia e le prime esperienze in Oceania.

Tutto sommato il modo migliore di utilizzare queste fonti è ancora sub iudice: sono infatti da ritenersi testimonianze brute? Ma in caso di cosa? Della coscienza dell’autore? E allora nel periodo raccontato o in quello nel quale racconta? Tuttavia è evidente come queste opere abbiano una loro importanza, storica e letteraria.