Italoamericani. L’opera di Rudolph J. Vecoli (1927-2008), a cura di Emilio Franzina,Vincenzo Lombardi e Matteo Sanfilippo

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Rudolph J. Vecoli, Rudi per gli amici, è nato a Wallingford, Connecticut, il 2 marzo 1927. Ha conseguito il BA all’università del suo stato natale nel 1950 e il Master in quella della Pennsylvania l’anno successivo. Ha infine conseguito il PhD all’Università del Wisconsin nel 1963 con una tesi sui Chicago’s Italians Prior to World War I: A Study of Their Social and Economic Adjustement. Nel frattempo ha lavorato a contratto per l’Università del Connecticut (1957-1959) e per quella della Pennsylvania (1960-1961), poi è divenuto lettore ed assistente alla Rutgers University (1961-1965) ed infine associato all’Università dell’Illinois (1965-1967). Nel 1967 è stato chiamato come professore di storia all’Università del Minnesota, dove è stato contemporaneamente incaricato di dirigere l’Immigration History Research Center, alla guida del quale è restato sino alla pensione nel 2005.

I quasi 40 anni di direzione del Centro, l’organizzazione di numerosissimi convegni, la cura dei loro atti e di altri libri a più mani1, la partecipazione ad associazioni e riviste interessate alla storia dell’emigrazione ne hanno fatto una figura centrale e assai nota in questo campo di studi. La sua carica umana, testimoniata nei saggi raccolti nella prima parte di questo volume, lo ha inoltre reso un caro amico per quasi tutti i maggiori studiosi dell’argomento, nonostante una certa spigolosità del suo carattere e le prese di posizione (im)politiche spesso da lui privilegiate. Per tutti è stato quindi molto doloroso apprendere da una sua mail della grave malattia, che lo avrebbe portato alla tomba il 17 giugno 2008, e della sua conseguente decisione d’interrompere i rapporti di studio. Nei quattro anni successivi alla sua scomparsa è stato ricordato da riviste e siti web, anche italiani, inoltre gli è stato dedicato il bellissimo documentario Sempre, Rudi (2008) diretto da Bruno Ramirez.

Paradossalmente è mancato invece un libro e questo ci è sembrato tanto più grave in Italia, visto che i suoi rapporti strettissimi con la madrepatria dei genitori sono stati sanciti ufficialmente dalla nomina a Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica (1982), oltre che da una serie di altre celebrazioni locali. Nella Penisola molti studiosi hanno avuto occasione di lavorare con lui e di essere ospitati dal suo Centro, mentre tanti suoi lavori sono stati tradotti. Proprio per questo abbiamo pensato che un omaggio italiano alla sua figura e alla sua carriera dovesse svilupparsi su due piani: da un lato, la raccolta di analisi e di testimonianze del suo ruolo e della sua opera; dall’altro, la raccolta di alcuni suoi saggi in italiano. A tal scopo abbiamo quindi messo assieme una squadra di amici sotto gli auspici di Norberto Lombardi, che non ha voluto apparire come curatore di questo volume, ma che ne è stato l’ideatore e il primo motore. Inoltre, sempre grazie a Norberto, sono stati raccolti alcuni saggi, già apparsi nella nostra lingua, e sono stati tradotti altri contributi. Abbiamo così otto interventi di analisi e di testimonianza su Rudi e undici suoi lavori: ci è sembrata una panoplia in grado di ricostruire lo spettro dei suoi interessi e delle sue amicizie.

Emilio Franzina, Vincenzo Lombardi e Matteo Sanfilippo

1 Rudolph J. Vecoli risulta autore di The People of New Jersey, Princeton, Van Nostrand, 1965, e coautore con Joy Lintelman di A Century of America Immigration, 1884-1984, Minneapolis, Uni- versity of Minnesota, 1984. Inoltre ha curato: Italian American Radicalism: Old World Origins and New World Developments, New York, AIHA, 1974; assieme a Keith Dyrud e Michael Novak, The Other Catholics, New York, Arno Press, 1978; Italian Immigrants in Rural and Small Town America, Staten Island, NY, AIHA, 1987; assieme a Suzanne M. Sinke, A Century of European Migrations, 1830-1930, Urbana, University of Illinois Press, 1991; assieme a Judy Galens, Anna J. Sheets, Robyn V. Young, Gale Encyclopedia of Multicultural America, Detroit, Gale, 1995.