L’immigration dans les textes. France 1789-2002

L’immigration dans les textes. France 1789-2002

Janine Ponty, L’immigration dans les textes. France 1789-2002, Paris, Belin, 2003, 416 pp.

L’immigration dans les textes. France 1789-2002 Janine Ponty, specialista dell’immigrazione polacca in Francia, ha raccolto e commentato più di duecento documenti, in gran parte testi, ma anche carte geografiche, tabelle statistiche e alcuni facsimili di manifesti e documenti amministrativi. Dalla costituzione francese del 1791 ai vuoti accordi dell’ex-primo ministo Raffarin nel 2002, troviamo molti testi normativi, leggi e decreti, nonché rapporti, pamphlets, ricordi e testimonianze, articoli di giornale, interventi politici, ecc.. Gli italiani non godono di certo della parte del leone, neanche per il lungo periodo nel quale sono la prima comunità immigrata del paese, ma sono comunque ben presenti, anche al di fuori dei testi generali, dalla carta delle regioni di partenza del 1900 e dalla presentazione della Francia di Luigi Campolonghi a suo figlio nel 1910 alla lapide tolosana che commemora l’azione di Silvio Trentin e al discorso di Victor Basch al funerale dei fratelli Rosselli. Si potrebbe rimpiangere l’assenza particolarmente pesante di documenti successivi al 1945, 
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If the Sidewalks of These Streets Could Talk

Altri modenesi – Temi e rappresentazioni per un atlante della mobilità migratoria a Modena

Antonio Canovi, Nora Sigman, Altri modenesi – Temi e rappresentazioni per un atlante della mobilità migratoria a Modena, Torino, EGA, 2005, 222 p.

 Questo volume offre allo stesso tempo un numero impressionante di informazioni, una riflessione, sia pure implicita, sullo studio globale dei fenomeni migratori e alcuni suggerimenti molto interessanti per lavori futuri.
Questi ultimi nascono in primo luogo dal carattere locale, provinciale, modenese del volume, malgrado i dati regionali o nazionali e malgrado l’ampiezza obbligatoriamente mondiale di qualsiasi studio dell’emigrazione italiana e, oggi, sull’immigrazione in Italia. Si possono immaginare pubblicazioni dello stesso tipo per altre o per tutte le altre province italiane, in modo da ottenere un quadro completo e di procedere a comparazioni sempre più illuminanti perché estremamente precise. Altri spunti possono sorgere dalla frustrazione per i limiti imposti dal lavoro editoriale, che impone una selezione delle informazioni perché l’oggetto globale è troppo vasto, o anche per qualche sbavatura dovuta al carattere pionieristico del lavoro.
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Itinerario di un «figlio del 1914». Fernando Schiavetti dalla trincea all’antifascismo

Itinerario di un «figlio del 1914»

Stéfanie Prezioso, Itinerario di un «figlio del 1914». Fernando Schiavetti dalla trincea all’antifascismo, Manduria-Bari-Roma, Piero Lacaita, 2004, XII-390 pp.

Itinerario di un «figlio del 1914». Fernando Schiavetti dalla trincea all’antifascismoRaramente si ha l’occasione di seguire la formazione politica e intellettuale dei responsabili dell’emigrazione antifascista. Sennonché la conservazione dell’archivio di Schiavetti in Svizzera, prima del suo trasferimento a Firenze, permette a Stéfanie Prezioso di studiare proprio il percorso formativo di un rappresentante della sinistra repubblicana, che capeggiò la scissione della Alleanza repubblicana socialista (ARS), poi confluita in Giustizia e Libertà. L’autrice completa così lo studio di Marina Tesoro ed Elisa Signori, imperniato sull’esilio (Il verde e il rosso. Fernando Schiavetti e gli antifascisti nell’esilio, fra repubblicanesimo e socialismo, Firenze, Le Monnier, 1987) e le memorie della figlia Franca Magnani (Una famiglia italiana, Milano, Feltrinelli, 1990). Prezioso ha voluto comprendere le contraddizioni di un personaggio complesso, nato nel 1892, studente della Scuola Normale, repubblicano interventista atipico, in rivolta contro l’ambiente familiare e il padre questore, ma anche intriso di un rivoluzionarismo che privilegia la piccola borghesia e di un umanitarismo paternalista.
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