Per una storia politica dell’emigrazione

Emigrazione e terrorismo

Il terrorismo politico rappresenta un capitolo a parte nella storia dell’emigrazione, poco esplorato e dai connotati instabili, ma sicuramente non marginale, come dimostra anche la sua incombente presenza sulla cronaca quotidiana. Poiché la vicenda del terrorismo italiano ha ormai concluso un suo ciclo storico, che prescinde dalle residuali parentele con gruppi di fuoco attivi in anni più recenti, è forse possibile suggerire alcune ipotesi interpretative, senza la pretesa di giungere a conclusioni che avranno bisogno di un più lungo periodo di maturazione e di ben altro materiale documentario.
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Gli Italiani in Brasile – II° parte

I prodromi della grande immigrazione (1848-1870)

Nonostante le preoccupazioni di Gaetano Bedini la presenza italiana in Brasile non aumenta tra la fine degli anni quaranta e gli anni sessanta dell’Ottocento, né i pochi immigrati italiani attirano l’attenzione degli evangelizzatori protestanti. Inoltre, negli stessi decenni, l’attività politica dei nostri esuli diminuisce notevolmente nell’impero luso-americano: il baricentro dell’emigrazione politica si sposta infatti verso Buenos Aires e New York.

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Per una storia politica dell’Emigrazione

L’emigrazione fascista e neofascista nel secondo dopoguerra (1945-1985)

1. Premessa
Fino ad alcuni anni fa in una rassegna sull’emigrazione politica italiana l’inclusione di un saggio dedicato agli espatri dei fascisti dopo il 1945 e al ruolo da essi svolto all’estero, nelle comunità di connazionali, sarebbe probabilmente stata considerata una bizzarria.

Dei fascisti emigrati si erano infatti perse completamente le tracce già pochi anni dopo la conclusione della seconda guerra mondiale, quando la vittoria democristiana del 18 aprile 1948 sancì la definitiva chiusura della resa dei conti con il fascismo in tutte le sue articolazioni legali e non (giustizia sommaria, processi per collaborazionismo, epurazione degli apparati dello stato). L’anticomunismo divenne la cifra dei nuovi governi centristi e l’antifascismo fu costretto sempre più sulla difensiva. Le responsabilità e le colpe individuali erano già state cancellate, in nome della pacificazione nazionale, dall’amnistia del giugno 1946; quelle collettive del paese durante il fascismo furono rimosse.
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Gli italiani in Brasile – I° parte

I primi tentativi

La storia degli italiani in Brasile ha una genesi molto antica, che troppo spesso è tralasciata nelle storie dell’emigrazione. E’ invece importante per quanto ci permette di capire sulle modalità iniziali degli scambi tra due realtà apparentemente assai lontane.
Nel 1587 Ferdinando de’ Medici, già cardinale di Santa Romana Chiesa, succede al fratello Francesco I, morto senza eredi legittimi. Il nuovo granduca di Toscana abbandona lo stato ecclesiale e diviene in poco tempo uno degli uomini più ricchi d’Europa. Nell’arco di qualche anno intreccia una fitta rete di relazioni diplomatiche e commerciali. Appoggia Enrico di Navarra, il futuro Enrico IV di Francia, contro gli spagnoli; segnala ad Elisabetta d’Inghilterra la data di partenza dall’Avana della flotta spagnola, attesa al varco dai corsari della regina; finanzia la guerra contro i turchi dell’imperatore Rodolfo II d’Asburgo; invia emissari allo zar Boris Godunov.

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Gualdo mig. fest.

 

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II edizione

3 – 4 – 5 – 6 luglio 2008
Gualdo Tadino

Gualdo mig. fest. Storie e musiche migranti, si propone di avviare un processo di conoscenza come forma d’arricchimento e scoperta delle proprie identità e radici in rapporto con le altre culture. Una piccola finestra sul mondo, in cui da secoli popoli, lingue e tradizioni, si fondono per dar vita a nuovi processi di contaminazione culturale.

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