Calabria migrante. Un secolo di partenze verso altri mondi e nuovi destini, a cura di Vittorio Cappelli, Giuseppe Masi e Pantaleone Sergi, Supplemento a “Rivista calabrese di storia del ’900”, 1 (2013), 285 pp. Calabria dei migranti. Partenze, rientri, arrivi, a cura di Vittorio Cappelli, Giuseppe Masi e Pantaleone Sergi, Supplemento a “Rivista calabrese di storia del ’900”, 2 (2014), 220 pp.

Sotto l’egida del Centro di ricerca sulle migrazioni sorto presso l’Università della Calabria un folto gruppo di ricercatori ha avviato un progetto di lunga lena sulla loro regione come luogo di partenza, di arrivo e di transito. Il primo volume sistematizza le nostre conoscenze sul primo aspetto. A un quadro generale delle partenze nel secolo delle grandi partenze verso l’estero corrisponde poi una serie di ritratti delle singole esperienze nazionali e una serie di specifici case studies dedicati alle migrazioni da un dato paese calabro a una specifica località oppure a singoli o gruppi, nonché la discussione del passaggio dalla grande emigrazione verso l’estero alla grande migrazione verso il Nord della Penisola e la ricostruzione del dibattito politico di quegli anni. Nel secondo volume sono ripresi alcuni aspetti della diaspora calabrese: arrivi in luoghi particolari, esperienze individuali, mobilità interna verso la Liguria. A questi studi si aggiungono poi le riflessioni sul ritorno degli emigranti negli anni 1970 e 1980 e il quasi contemporaneo iniziare delle migrazioni dall’estero verso l’Italia, con particolare attenzione alla dimensione femminile e al caso dei rifugiati. Seguono infine alcune testimonianze sulle partenze dalla regione e sul trapianto all’estero. Nel complesso il primo volume è molto solido, forse una delle pubblicazioni migliori sui meccanismi di migrazioni regionali. Il secondo è più frammentario e fa desiderare ulteriori approfondimenti, sia sulla dimensione sul ritorno (per esempio, tutti i calabresi tornati rientrarono nei luoghi di partenza, oppure come altri gruppi regionali rientrarono in Italia, ma per dirigersi verso i nuovi luoghi di sviluppo economico, nelle loro terre e nel resto della Penisola), sia sui nuovi arrivi. Non ci resta dunque che attendere un terzo contributo per veder completato questo massiccio apporto alle nostre conoscenze delle dinamiche migratorie regionali