Il fascismo e gli emigrati

Il fascismo e gli emigrati. La parabola dei fasci italiani all’estero (1920-1943), a cura di Emilio Franzina e Matteo Sanfilippo, Roma-Bari, Laterza 2003, pp. 194

Gli interventi sui singoli paesi sono preceduti da un saggio di Luca De Capraris sull’attività dell’Ufficio centrale di coordinamento dei fasci all’estero e da una lunga introduzione di Franzina e Sanfilippo. I saggi rispondono ad alcuni interrogativi comuni riguardanti l’origine e i fondatori dei fasci nelle comunità prese in esame, i risultati realmente raggiunti, le reazioni delle comunità italiane. Le risposte, a questo proposito, non sono univoche e rimandano a molte altre variabili che influenzarono la vita delle istituzioni fasciste nelle varie sedi di arrivo: i rapporti dei fasci con le autorità locali e con le comunità italiane; le posizioni politiche di ciascun paese; le mutevoli contingenze interne e internazionali; l’evoluzione dei rapporti tra gli stati di immigrazione e l’Italia; la trasformazione delle colonie di immigrati e i loro rapporti con il paese d’origine; l’attività degli antifascisti. Nel suo complesso, comunque, il percorso di queste istituzioni risentì soprattutto dello scontro tra l’Ufficio centrale di coordinamento dei fasci all’estero e le autorità diplomatiche e fu determinato dal ruolo egemone che assunsero in tal senso il Ministero e le autorità diplomatiche.