If the Sidewalks of These Streets Could Talk

If the Sidewalks of These Streets Could Talk

Marina Cacioppo, “If the Sidewalks of These Streets Could Talk”: Reinventing Italian-American Ethnicity. The Representation and Construction of Ethnic Identity in Italian-American Literature, Torino, Otto, 2005, 170 pp.

If the Sidewalks of These Streets Could TalkGli studi svolti o coordinati da Werner Sollors a partire dalla seconda metà degli anni Ottanta hanno contribuito all’affermazione sia del concetto di etnia come fluida costruzione sociale e culturale, soggetta a un continuo processo di rinegoziazione tramite l’interazione tra le comunità immigrate e la società di adozione (Beyond Ethnicity, New York Oxford University Press, 1986; The Invention of Ethnicity, ivi, 1989), sia del principio che l’americanistica debba includere anche l’analisi dei testi creati dalle minoranze statunitensi in lingue differenti dall’inglese (Multilingual America, New York, New York University Press, 1998). Marina Cacioppo ricorre a queste due nozioni per svolgere un’acuta riflessione su come sia stata rappresentata e si sia trasformata l’identità italo-americana attraverso un esame attento e originale di tre generi letterari prodotti prevalentemente ma non esclusivamente in lingua italiana dagli immigrati negli Stati Uniti tra l’ultimo decennio dell’Ottocento e gli anni Sessanta del Novecento. L’attenzione dell’autrice si incentra sui romanzi polizieschi, spesso racconti d’appendice come nel caso di quelli di Bernardino Ciambelli usciti sul periodico “La Follia di New York”, sugli epistolari familiari e sulle autobiografie. Si tratta di una piccola campionatura (quattro autori di “gialli”, due carteggi e cinque autobiografie) di materiale in larga parte inedito, frutto di una meticolosa ricerca d’archivio, che riesce comunque ad offrire uno spaccato sufficientemente rappresentativo dell’articolazione sociale delle comunità italo-americane, sebbene la scelta delle fonti scritte finisca necessariamente per trascurare la componente di analfabeti che non era certo marginale nelle Little Italies nel periodo dell’emigrazione di massa antecedente allo scoppio della prima guerra mondiale.
Cacioppo illustra come non sia esistito un processo lineare di americanizzazione da intendere quale momento culminante di una rottura radicale con la terra natale. Da un lato, gli immigrati mantennero un solido legame con l’Italia, che – una volta tramontata la speranza di rimpatriare – assunse spesso una connotazione simbolica nell’interessamento per la gestione degli immobili al paese natale negli scambi epistolari con i parenti rimasti dall’altra parte dell’Atlantico. Dall’altro, gli italo-americani furono in grado di sviluppare degli strumenti psicologici di resistenza nei confronti dell’assimilazione. In particolare, l’elaborazione della loro identità risultò in parte da un processo di difesa etnica contro i pregiudizi e le discriminazioni incontrati nella società statunitense. Questo meccanismo viene messo in rilievo nei contenuti della letteratura poliziesca là dove gli autori italo-americani vollero proporre figure di poliziotti di origine italiana duri ma onesti in contrapposizione allo stereotipo dell’immigrato malavitoso o comunque colluso con il crimine organizzato diffusasi soprattutto dopo l’assassinio nel 1891 del capo della polizia di New Orleans ad opera di presunti affiliati alla Mafia.
A giudizio di Cacioppo, la ridefinizione dell’identità è stata di per se stessa una forma di resistenza messa in atto dagli italo-americani. In questo ambito, anche l’americanizzazione ha assunto connotazioni differenti. Alla luce dell’esperienza fallimentare sperimentata da numerosi italiani, che risalta in particolare dalla descrizione del loro sfruttamento nelle pagine del Diario di un emigrato di Camillo Cianfarra, comune è stata la messa in discussione del topos del sogno americano come fruizione delle condizioni per un facile arricchimento. Né l’esperienza migratoria ha comportato un automatico innalzamento sociale e culturale in quanto le autobiografie di Salvatore Castagnola, Pietro Greco e dello stesso Cianfarra attestano invece una regressione dal ceto medio goduto in Italia al proletariato, provocato in parte dall’ignoranza della lingua inglese. Gli Stati Uniti sono rimasti la terra delle opportunità nell’immaginario collettivo. Ma questa caratteristica ha acquistato differenti valenze a seconda dei diversi individui, variando dall’accesso modernizzante alla società dei consumi, rappresentato dall’utilizzazione dell’automobile nelle lettere di Mario De Biasi, al radicalismo democratico in nome dell’egualitarismo statunitense nell’autobiografia scritta da Carl Marzani dopo la condanna a tre anni di carcere per aver taciuto la propria appartenenza al partito comunista.
Prima di “If the Sidewalks of These Streets Could Talk” altri saggi si sono occupati del romanzo poliziesco italo-americano, ma sono stati condotti più come una ricerca delle scaturigini della letteratura etnica italo-americana che non per delineare i contenuti che esprimevano riguardo alla rappresentazione del senso dell’identità della minoranza alla quale appartenevano i loro autori (Martino Marazzi, Voices of Italian America, Madison, Fairleigh Dickinson Univesity Press, 2004, pp. 27-30, 40-42 e la sua Introduzione, in Michael Fiaschetti, Gioco duro, Cava de’ Tirreni, Avagliano, 2003). Allo stesso modo, i risultati dello studio di Cacioppo costituiscono un’ulteriore conferma dell’oramai quarantennale confutazione della tesi di Oscar Handlin sull’ingresso degli immigrati nella società statunitense come sradicamento dal paese d’origine [Rudolph J. Vecoli, Contadini in Chicago. A Critique of The Uprooted, “Journal of American History”, 51, 3 (1964), pp. 404-17], ma giungono a tale conclusione da una prospettiva letteraria in larga parte innovativa.
L’approccio di Cacioppo, improntato a una conoscenza vasta e approfondita degli studi teorici soprattutto in materia di autobiografie di immigrati, è prevalentemente letterario. I testi affrontati sono messi in rapporto ad altri scritti coevi nonché al contesto culturale del tempo. Tuttavia non manca neppure un confronto costante con alcuni contributi fondamentali della storiografia sull’immigrazione italiana e della sociologia sulla formazione dell’identità etnica. L’intreccio di questi piani rende, quindi, il volume di Cacioppo una lettura preziosa non soltanto per gli studiosi della letteratura italo-americana, nel cui ambito è stato concepito, ma anche per storici e sociologi che si occupano di ricostruire l’esperienza italiana negli Stati Uniti.