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Stampa migrante. Giornali della diaspora italiana e dell’immigrazione. Intervista a Pantaleone Sergi

Stampa migrante. Giornali della diaspora italiana e dell’immigrazione
Intervista a Pantaleone Sergi


 stampamigrantePantaleone Sergi, per più di venti anni inviato speciale del quotidiano “La Repubblica”, fondatore e direttore del “Quotidiano della Calabria” e della rivista trimestrale “Comunicando – Osservatorio sull’Informazione nel Sud”, è Deputato di Storia Patria della Calabria e docente di “Storia del Giornalismo” all’Università della Calabria.

È autore di numerose monografie, tra cui La “Santa” violenta (Premio Sila 1991); Le mie Calabrie (1993); Quotidiani desiderati. Giornalismo, editoria e stampa in Calabria (2000); Il quotidiano dei 57 giorni (2001); Gli anni dei Basilischi. Mafia stato e società in Basilicata (2003); L’informazione in Basilicata (2003, con Concetta Guido); Pane, Pace e Costituente. Una “Voce” socialcomunista in Puglia 1945-1947 (2004); Stampa e società in Calabria (2008); Storia del Giornalismo in Basilicata (2009). Con Ferdinando Cordova ha curato il volume Regione di confino. Calabria 1927-1943 (2005).

Negli ultimi anni le sue ricerche si sono estese anche alla stampa italiana all’estero, su cui, oltre a lavori dedicati in particolare a giornali stampati in Argentina (come i saggi Fascismo e antifascismo nella stampa italiana in Argentina: così fu spenta “La Patria degli Italiani”, “Altreitalie”, 35, 2007, e Tra coscienza etnica e coscienza di classe. Giornali italiani anarco-comunisti in Argentina “Giornale di storia contemporanea”, 1, 2008; e la monografia di prossima pubblicazione La Patria di carta. Un grande quotidiano e il giornalismo etnico in Argentina), nel 2010 ha pubblicato, per i tipi di Rubbettino, Stampa migrante. Giornali della diaspora italiana e dell’immigrazione in Italia. A proposito di quest’ultimo volume abbiamo rivolto allo studioso alcune domande.

 

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Gli immigrati italiani nel cinema canadese. Un’intervista a Bruno Ramirez

Oltre venti anni fa molti studiosi dell’emigrazione italiana in Canada furono folgorati da un’opera a metà strada fra il documentario e la docu-fiction: Caffé Italia, Montréal (Montréal, ACPAV, 1985 ; regia di Paul Tana; scenggiatura di Paul Tana e Bruno Ramirez). In poco meno di un’ora e mezza (ma una delle versioni circolanti raggiungeva appena i 57’) lo spettatore si trovava immerso nella comunità e soprattutto nella quotidianeità “italiana” della metropoli quebecchese.
In particolare spiazzavano i primi minuti. Un cantante atticciato si scatenava sul palco nell’allora tipica atmosfera heavy metal. Alla fine del pezzo rientrava nei camerini, dove chiacchierava in inglese con due bionde groupies, ma veniva interrotto da una televisione locale. E qui scattava la prima sorpresa: l’intervista era in francese, perché aveva luogo a Montréal nel Québec, e il cantante rispondeva con il pesante accento locale.

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