L’immagine dell’“altro” nel rapporto tra immigrati italiani e società tedesca. Percezioni a confronto tra Otto e Novecento.
Elia Morandi
L’immagine dell’“altro” nel rapporto tra immigrati italiani e società tedesca. Percezioni a confronto tra Otto e Novecento.
1. – Fonti e problemi di metodo
Quando, qualche tempo fa, un collega mi propose di iniziare ad occuparmi anche della questione dell’immagine dell’“altro” nel rapporto tra Gastarbeiter1 italiani e società tedesca, mi sembrò una sfida interessante da cogliere, pur sapendo peraltro che non sarebbe stato un compito facile. Un po’ perché mi ero occupato solo tangenzialmente della questione2, ma soprattutto perché, pur trovando l’argomento affascinante, lo ritenevo anche di assai difficile “lettura”.
Continue readingUna nuova generazione di emigranti. Il caso italo-finlandese
Paolo Di Toro Mammarella
Una nuova generazione di emigranti. Il caso italo-finlandese
1. – Nuovi modelli di emigrazione e identità europea
Partire, voltare pagina e ricominciare da un’altra parte, lontano, dove tutto magari è un po’ più facile. Sin dalle origini, l’emigrazione ha accompagnato passo dopo passo le vicende umane, e su di essa sono già stati versati fiumi di inchiostro e di parole. Oggigiorno, molti ricercatori hanno osservato la nascita e lo sviluppo di nuove fenomenologie migratorie nei paesi occidentali, che nella maggior parte dei casi riguardano direttamente le nuove generazioni. A partire dagli anni 1990, gli studiosi si ritrovano a descrivere la cosiddetta “fuga di cervelli”, ovvero, la crescente ondata migratoria che coinvolge una fascia specifica della popolazione. Si tratta di giovani sotto i 35 anni che nonostante il progresso tecnologico, il benessere diffuso e l’aumento dei consumi, decidono comunque di spostarsi oltre confine. Mesi, o anni, che andranno a condizionare in maniera indelebile il resto della vita. Che decidano di tornare oppure no. A volte spinti dalla semplice volontà di scoprire il mondo o di crescere professionalmente. Altre dal bisogno, dalle necessità. Fatto sta che il fenomeno comincia a prendere piede, richiamando l’attenzione di studiosi e mass media1.
Continue readingNazionalismo da esportazione: la guerra di Libia sulla stampa italiana in Argentina e Brasile
Il Cinquantenario dell’Unità d’Italia (1911) e l’emigrazione
Federica Bertagna
Nazionalismo da esportazione: la guerra di Libia sulla stampa italiana in Argentina e Brasile
Il 29 settembre 1911 l’Italia dichiarò guerra alla Turchia con l’obiettivo di annettersi la Tripolitania e la Cirenaica, due aree costiere del Nord Africa ritenute strategiche, e del resto le uniche ancora libere dopo che in luglio un accordo tra Francia e Germania aveva assegnato alla prima il protettorato sul Marocco1. Il mutamento degli equilibri nel Mediterraneo meridionale che venne così a determinarsi fu il pretesto dell’aggressione, ma le mire italiane sulle province dell’Impero ottomano, dopo essere rimaste per trent’anni congelate e consegnate al lavoro della diplomazia, almeno dall’inizio del 1911 non erano più un segreto per nessuno2.
Continue readingLe celebrazioni del cinquantenario e i prominenti italo-americani negli Stati Uniti
Il Cinquantenario dell’Unità d’Italia (1911) e l’emigrazione
Stefano Luconi
Le celebrazioni del cinquantenario e i prominenti italo-americani negli Stati Uniti
Come è noto, il plurisecolare ritardo nel conseguimento dell’unificazione politica italiana causò la sopravvivenza di marcate forme di campanilismo che gli emigranti portarono sovente con loro nelle terre di adozione1. La frammentazione della vita associativa delle organizzazioni etniche italiane negli Stati Uniti tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento offre un’illustrazione paradigmatica della permanenza di divisioni, basate sul senso di identità regionale, provinciale o addirittura locale, nei paesi di destinazione. Fino dalla sua costituzione nel 1905 l’Ordine Figli d’Italia in America accolse nelle proprie fila qualsiasi individuo di ascendenza italiana, a prescindere dal luogo di origine nella penisola2. Tale principio, però, costituì un’eccezione, anziché la regola, in gran parte delle società mutualistiche o ricreative che gli immigrati italiani fecero sorgere negli Stati Uniti nei decenni che precedettero lo scoppio della prima guerra mondiale. La maggioranza di queste organizzazioni, infatti, tendeva generalmente ad accettare come membri soltanto gli immigrati provenienti da una specifica regione, una particolare provincia o perfino un singolo centro, escludendo chiunque – ancorché italiano – fosse nato altrove3. Un’indagine del Ministero degli Affari Esteri riscontrò che nel 1910, nella sola città di New York, erano presenti ben 338 associazioni fondate da immigrati italiani4. La denominazione di quasi tutte si rifaceva a località della penisola oppure ai relativi santi patroni, a ulteriore dimostrazione della loro natura campanilistica. Come aveva osservato l’avvocato Gino Carlo Speranza solo pochi anni prima proprio per New York, “La separazione morale della vecchia penisola è trasportata qui; ogni provincia, ogni città, ogni villaggio ha una propria società e, sebbene tutte siano collocate sullo stesso piano e abbiano uno scopo simile, non si uniscono mai nelle loro iniziative e raramente fanno in modo di unire le forze dei loro membri”5. Gli fece eco da San Francisco il giornalista Carlo Andrea Dondero, che lamentò “il tanto sfoggio di Associazioni quanti sono […] gli alti campanili d’Italia – tutte lottanti una contro l’altra”6.
Continue readingL’emigrazione nella campagna di Libia del 1911
Il Cinquantenario dell’Unità d’Italia (1911) e l’emigrazione
Daniele Natili
L’emigrazione nella campagna di Libia del 1911
Nel 1911 era in pieno corso la campagna di stampa volta ad orientare l’opinione pubblica italiana in favore della guerra contro la Turchia per la conquista della Libia1, la “quarta sponda” italiana2. L’emigrazione da subito divenne uno dei temi principali della propaganda nazionalista pro-tripolina. In questa sede cercheremo di ricostruire brevemente la forma che il rapporto tra emigrazione ed espansione coloniale – che nella storia d’Italia, è noto, è stato più volte oggetto del dibattito politico e pubblico3 – ha assunto in quella contingenza storica, mettendo in evidenza la funzione e il peso che tale argomento ha avuto in relazione alla mobilitazione del paese in sostegno della guerra.
Continue readingLa Società “Dante Alighieri” e il 1911
Il Cinquantenario dell’Unità d’Italia (1911) e l’emigrazione
Patrizia Salvetti
La Società “Dante Alighieri” e il 1911
L’attività della Società “Dante Alighieri” nel 1911 fu in buona parte dedicata al cinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia, celebrato con grande solennità a Roma, dove si tenne per l’occasione l’Esposizione universale d’arte, che seguiva le esposizioni di Torino e di Firenze. Il 4 giugno fu inaugurato nella capitale il monumento a Vittorio Emanuele II, il Vittoriano, per onorare la Patria e il padre della Patria, il re Galantuomo sotto la cui guida si era compiuta l’unità mezzo secolo prima. È questo il motivo per cui, in questo clima in cui l’intera nazione celebrava i suoi successi e le sue conquiste, il massimo organo decisionale della Società, il consiglio centrale, decise di tenere a Roma, nella storica data della liberazione della capitale, il 20 settembre, il proprio congresso annuale.
Continue readingFrancesco Coletti e l’emigrazione
Il Cinquantenario dell’Unità d’Italia (1911) e l’emigrazione
Andreina de Clementi
Francesco Coletti e l’emigrazione
L’inizio del primo grande ciclo migratorio risaliva agli anni settanta dell’Ottocento, ma, doppiato il nuovo secolo, le grandi inchieste sociali dell’epoca continuavano a dedicare all’emigrazione italiana appena qualche sguardo frettoloso; soltanto dopo il primo decennio del Novecento fu possibile disporre di una intera monografia. La dobbiamo a Francesco Coletti.
Continue readingMobilità dei confini e modelli migratori: il caso della Venezia Giulia
Modelli Regionali di Emigrazione
Franco Cecotti
Mobilità dei confini e modelli migratori: il caso della Venezia Giulia
In molti dei saggi pubblicati nell’ “Archivio Storico dell’Emigrazione Italiana” viene rilevata la difficoltà di delimitare il fenomeno migratorio ad un ambito regionale, sia quando si fa riferimento ad una ripartizione amministrativa attuale, sia quando si prende a modello territoriale una regione storica. Spesso all’interno delle stesse regioni (amministrative o storiche) risulta più produttivo analizzare sub-aree con analoghe caratteristiche fisiche, come la montagna, la pianura e simili, che condividono condizioni culturali e demografiche piuttosto con altri territori, che non con quelli amministrativamente contigui.
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