Nell’ambito della pubblicistica italiana le migrazioni rappresentano un oggetto di studio particolarmente presente. Nel corso degli anni, l’argomento, nelle sue più varie articolazioni, ha riscosso un’attenzione crescente e, a oggi, sono numerosi gli studiosi che hanno scelto di ricostruire e analizzare i più diversi processi di mobilità delle persone, raccogliendo l’eredità di una tradizione di ricerche e approfondimento già consolidata nella comunità scientifica italiana [1]. Una mobilitazione del genere ha prodotto, con il passare del tempo, anche il moltiplicarsi delle iniziative editoriali in grado di accogliere, in senso generale, il tema delle migrazioni e, più in particolare, le ricostruzioni riguardanti la storia dei movimenti migratori. Nello specifico, è giunto gradualmente a definizione un panorama dei periodici e delle riviste scientifiche che si occupano, in maniera varia e articolata, di migrazioni, tale da richiedere un tentativo di classificazione e una prima, seppure non facile, sistematizzazione dei temi considerati. L’individuazione di contenuti particolari, confluiti nella pubblicazione di numeri monografici di settore o elaborati in approfondimenti che hanno trovato spazio nella selezione operata da redazioni e revisori, ha seguito, nel corso degli anni, l’evoluzione degli atteggiamenti interpretativi e degli approcci che si sono confrontati e che hanno influenzato, in molti casi, anche la selezione degli oggetti di ricerca. Prima di pervenire, tuttavia, a un inquadramento tematico della produzione delle singole riviste in materia di migrazioni, è opportuno operare una classificazione, componendo un quadro delle caratteristiche dei principali periodici impegnati nell’ospitare contributi di studiosi che si occupano, o che si sono occupati, delle più diverse questioni connesse alla mobilità degli esseri umani, dai più diversi punti di vista disciplinari e scientifici. Si possono individuare, infatti, almeno tre grandi raggruppamenti di riviste che hanno prodotto e che producono approfondimenti multidisciplinari e, talvolta, interdisciplinari, sulle migrazioni: il primo è quello delle riviste specialistiche, ovvero quei periodici che hanno assunto il tema delle migrazioni come esclusivo nell’individuazione dei contenuti della propria trattazione; un secondo gruppo può essere definito come quello delle riviste generaliste che concedono molto spazio al tema delle migrazioni nella loro produzione; un terzo, grande, raggruppamento è individuabile nell’insieme vario di quelle riviste tematiche, che affrontano l’oggetto delle migrazioni da specifici punti di vista o a partire da linee editoriali molto influenzate, in termini interpretativi e di selezione dei contenuti, dagli universi scientifici e “politici” in cui sono nate. Senza la pretesa di risultare esaustivo, il presente contributo mira a elaborare un quadro integrabile della presenza di periodici dall’impostazione tendenzialmente scientifica, o comunque dalla radicata propensione a ospitare una elaborazione problematica, che pubblicano contributi generali o specifici in tema di mobilità delle persone.
Le riviste specialistiche che si occupano di migrazioni
Tra le riviste specialistiche che si occupano di migrazioni si possono individuare due sottogruppi differenziati in base all’approccio verso il tema generale: i periodici che presentano una dichiarata propensione multidisciplinare e che accostano, anche nello stesso numero, contributi di studiose e studiosi di discipline diverse; le riviste che conservano una connotazione marcatamente riferita a una disciplina specifica, benché nel corso del tempo abbiano sempre più sperimentato un’impostazione interdisciplinare.
Del primo gruppo fa sicuramente parte “Studi Emigrazione”, organo del Centro Studi Emigrazione Roma – CSER. Nata come quadrimestrale e oggi pubblicata con cadenza trimestrale, la rivista ha dichiarato sin dal suo primo numero del 1964 di voler assumere un approccio interdisciplinare indagando la “mobilità geografica e sociale” attraverso un’attenzione particolare al “progresso delle discipline che la descrivono e interpretano nella sua origine e nel suo sviluppo (demografia, economia, storia dei fatti sociali, sociologia, antropologia culturale e sociale, psicologia, ecc.) o la analizzano nei suoi aspetti significativi (statistica, ecologia, sociografia, geografia della popolazione)” [2]. Perseguendo tale inclinazione multidisciplinare e interdisciplinare, “Studi Emigrazione” ha costituito, nel corso del tempo, uno spazio all’interno del quale il fenomeno delle migrazioni è stato analizzato in tutti i suoi aspetti, ma soprattutto cogliendo e interpretando la novità costituita dalla comparsa in Italia di movimenti migratori di carattere diverso rispetto al passato. Producendo, nei primi anni di attività, un approfondimento riservato quasi esclusivamente al fenomeno dell’emigrazione italiana all’estero, con particolare riferimento alle direttrici verso il continente americano e l’Europa centro-settentrionale, infatti, la rivista ha iniziato a proporre contributi dedicati anche alle migrazioni interne, alle migrazioni di ritorno e soprattutto al fenomeno dell’immigrazione straniera, quando questo ha fatto la sua comparsa come oggetto di attenzione pubblica. A tal proposito, risultò di notevole importanza, ad esempio, il numero 71 del 1983, che pubblicò gli atti di una giornata di studi intitolata L’immigrazione straniera in Italia, promossa dai demografi e rivelatasi uno dei primi appuntamenti scientifici organicamente dedicati al nuovo tipo di mobilità che all’epoca iniziava a essere sempre più visibile. Molti monografici di “Studi Emigrazione”, inoltre, hanno inaugurato filoni di studio sul rapporto tra migrazioni e questioni specifiche – come l’integrazione scolastica, la manifestazione delle appartenenze religiose dei migranti o la presunta esistenza di un legame tra migrazioni e criminalità – destinati a raggiungere la riflessione in atto nel presente.
Sempre tra le riviste dichiaratamente multidisciplinari è collocabile “Altreitalie”, semestrale nato nel 1989 proponendo un’analisi multisettoriale delle presenze italiane all’estero frutto dell’emigrazione nelle diverse epoche. Sebbene i più rappresentati tra i contributori siano studiosi di storia, la specifica attenzione dedicata alle configurazioni, alle rappresentazioni, alla consistenza quantitativa e alle caratteristiche qualitative delle “Italie fuori dall’Italia” ha aperto alla possibilità che a intervenire nelle edizioni fossero anche, e sempre più consistentemente, sociologi, antropologi e, più in generale, analisti sociali. Tale apertura ha prodotto approfondimenti dedicati a questioni particolari e, sotto certi aspetti, originali, come l’impatto socio-urbanistico della presenza italiana nei diversi contesti di insediamento o la riproduzione dell’appartenenza italiana e delle sue rappresentazioni nelle comunità di ultima generazione. Di particolare interesse, in termini tematici e di innovatività, si è rivelata, negli ultimi anni, la moltiplicazione dei contributi, soprattutto di storici e antropologi, di analisi dei fenomeni di mobilità e presenze legati all’esperienza e all’eredità coloniale dell’Italia.
Tra le riviste disciplinari, seppure animate da una tensione interdisciplinare, rientra, invece, “Mondi Migranti”, che presenta una impostazione marcatamente sociologica e accoglie in maggioranza articoli e saggi frutto di indagini empiriche e qualitative condotte a partire dallo studio di fenomeni di mobilità in tutto il mondo. In tal senso, il quadrimestrale ha gradualmente ampliato il ventaglio degli approfondimenti tematici, alternando edizioni dedicate a specifici casi di studio – su particolari esperienze migratorie, sul loro radicamento nelle società e nei sistemi economici di destinazione – a numeri più generalisti, che contengono studi, anche comparativi, sulle diaspore, sulla disciplina della presenza straniera, sulle politiche di integrazione, sui sistemi di ricezione e accoglienza dei profughi, dei richiedenti asilo e dei rifugiati. In riferimento all’Italia, “Mondi Migranti” ha notevolmente incrementato, negli ultimi anni, l’attenzione verso gli studi sociologici sull’immigrazione, la cui valorizzazione è avvenuta anche attraverso la pubblicazione di call for papers e call for abstract direttamente riconducibili all’attività della rivista.
Sempre nel novero dei periodici che si occupano di migrazioni attraverso una prospettiva eminentemente disciplinare vi è “Archivio Storico dell’Emigrazione Italiana” (ASEI), giunto al suo ventennale. La rivista, che esce con un numero annuale, promuove e rivendica, infatti, la richiesta del conferimento di uno “status proprio” per la storia delle migrazioni, disciplina ritenuta in grado di stabilire “un rapporto solido con la storiografia politica ed economica, sociale e culturale nel suo insieme” [3]. In termini di periodizzazioni, ASEI riferisce la sua attenzione all’età moderna e all’età contemporanea, proponendo, tra l’altro, una considerazione del tema delle mobilità nello spazio e nel tempo articolata in maniera tale da rappresentare il trait d’union tra epoche differenti e confini disciplinari spesso troppo rigidi. L’analisi proposta all’interno della rivista è, invece, di lunghissimo periodo e si svolge intorno a un riferimento tematico preciso, legato alle migrazioni, che viene sviscerato attraverso il dialogo tra i contributi di studiosi di epoche diverse e distanti. Altra caratteristica di ASEI è, infatti, quella di uscire nella forma di un annuario monografico. Tale scelta editoriale ha avuto un riflesso anche in termini di contribuzione alla formulazione dei contenuti dei numeri annuali della rivista. Inizialmente animate da storici dell’emigrazione italiana e delle migrazioni interne, le uscite di ASEI si sono arricchite, nel corso del tempo, degli interventi di studiosi di altre discipline che hanno “aggredito” il tema oggetto della riflessione monografica a partire dai loro rispettivi punti di vista scientifici e metodologici. Una mobilitazione del genere ha consentito la pubblicazione di fascicoli che hanno proposto declinazioni innovative dei temi individuati, sia riguardo alle periodizzazioni, sia in riferimento agli approcci delle analisi. è il caso, ad esempio, del numero 16 del 2020, intitolato Passato e presente delle migrazioni bracciantili [4], che produce un approfondimento di lunghissimo periodo del tema in questione, proponendo un aggiornamento al presente delle riflessioni affrontate attraverso il contributo di sociologi e antropologi.
Tra le riviste specialistiche che si occupano di migrazioni vi sono, infine, due iniziative di pubblicazione periodica che hanno compiuto la scelta di rendere completamente ed esclusivamente accessibili i propri contenuti sulla rete: “Diritto, Immigrazione e Cittadinanza”, quadrimestrale diretto, fino alla sua recente scomparsa, dalla giurista esperta di migrazioni Cecilia Corsi; i working papers del Forum Internazionale ed Europeo di Ricerche sull’Immigrazione – FIERI. La prima propone saggi e commenti sull’evoluzione del diritto e delle politiche in materia di immigrazione in Italia e in Europa, aggiornamenti sulle principali novità normative, rassegne di giurisprudenza italiane ed europee e una rubrica dedicata alle recensioni e ai materiali di ricerca. I working papers di FIERI, invece, pur non essendo tecnicamente una rivista, propongono periodicamente contributi sul tema della presenza straniera che spaziano dal diritto all’economia, dall’analisi sociale all’approfondimento etnografico, dalla ricostruzione storica al commento dell’attualità.
Le riviste generaliste e lo spazio concesso alla mobilità delle persone
Tra le riviste generaliste che hanno concesso e continuano a concedere molto spazio ad alcuni dossier sulle migrazioni se ne segnalano alcune, negli ambiti disciplinari afferenti alle scienze storiche e sociali, che nell’ultimo ventennio hanno accresciuto il loro impegno sui temi connessi ai movimenti migratori. In primis, la rivista “Meridiana”, fondata nel 1987, si caratterizza per essere un contenitore di elaborazioni innovative che, a partire da una visione del Mezzogiorno come realtà plurale e dinamica, hanno inevitabilmente considerato da diverse angolazioni la mobilità delle persone nello spazio e nel tempo. L’approccio interdisciplinare del quadrimestrale promosso, tra gli altri, da Piero Bevilacqua e Carmine Donzelli e attualmente diretto dalla storica Gabriella Corona e dal sociologo Rocco Sciarrone, ha consentito di ospitare, in molti numeri monografici, temi come l’evoluzione delle migrazioni bracciantili, l’intreccio tra fenomeni migratori di diversa natura e intensità, la ricostruzione delle direttrici e delle caratteristiche delle migrazioni in relazione alla storia del Mezzogiorno e di altri territori, a partire da punti di vista differenziati e sempre dialoganti tra loro. è nell’ultimo ventennio, tuttavia, che tali questioni sono giunte ad assecondare in maniera organica la tradizionale impostazione editoriale della rivista. “Meridiana”, infatti, esce ogni quadrimestre proponendo l’analisi interdisciplinare di un tema monografico che diventa il titolo del numero e, sin dai primi anni del nuovo millennio, varie uscite hanno posto al centro le migrazioni. è il caso, ad esempio, del numero 56 del 2006, Migranti a cura di Rocco Sciarrone, dedicato alle mobilità nella storia e alla rappresentazione pubblica del fenomeno della presenza straniera in un paese come l’Italia, o del 75 del 2012, Migrazioni interne a cura di Michele Colucci, che propone una categorizzazione nuova e una serie di studi di caso, prevalentemente in chiave storica, in merito agli spostamenti di popolazione all’interno dei confini nazionali italiani. Negli anni successivi, la rivista ha proposto nelle sue uscite anche i temi della ricostruzione della memoria riguardo al fenomeno del profugato, con il numero 86 del 2016, Profughi a cura di Stefano Gallo, della necessità di affermare il valore storico del fenomeno della presenza straniera in Italia, affrontato nel numero 91 del 2018, Immigrazione a cura di Michele Colucci, e della opportunità di ricostruire la mobilità durante il ventennio fascista, trattato nel numero 92 del 2018 intitolato Migrazioni e fascismo a cura di Giovanna D’Amico e Manoela Patti.
Se i monografici di “Meridiana” sono, a oggi, uno dei principali canali di veicolazione delle analisi storiche e sociali in materia di migrazioni, in Italia operano altre riviste generaliste che, nel corso del tempo, hanno concesso sempre più spazio ai temi legati ai fenomeni migratori. L’esempio più significativo in proposito è quello rappresentato dall’attività della rivista di storia contemporanea “Passato e Presente”, nata nel 1982 come semestrale e poi pubblicata a cadenza quadrimestrale. Anche in questo caso è nell’ultimo ventennio che si sono moltiplicati articoli e approfondimenti in tema di mobilità delle persone. Nel 2004, ad esempio, è stato pubblicato un saggio sulle possibili comparazioni tra diversi fenomeni di mobilità nella storia [5] e l’anno successivo, nel numero 64, è uscita una rassegna storiografica a cura della storica delle migrazioni Paola Corti [6]. Negli anni successivi, sono comparsi sulla rivista articoli in grado di differenziare e moltiplicare il ventaglio dei temi affrontati connessi alle migrazioni: dalla ricostruzione storica riguardo ai legami tra l’immigrazione italiana e i processi di urbanizzazione nel continente americano [7] alla mobilità femminile verso Piemonte degli anni Cinquanta e Sessanta [8]; dalla riproduzione dell’identità nazionale italiana nei fenomeni di migrazione che hanno interessato la penisola [9] alla ricostruzione di studi di caso particolarmente importanti per la storia dell’emigrazione degli italiani all’estero [10]; dai movimenti dei profughi in Europa dopo la seconda guerra mondiale [11], fino alla definizione dei momenti più significativi dell’evoluzione del fenomeno dell’immigrazione straniera in Italia [12].
Molte altre riviste scientifiche generaliste oggi ospitano con una frequenza regolare articoli e approfondimenti sulle migrazioni, ma a rappresentare un motivo di particolare interesse è la capacità di alcuni periodici di accogliere e pubblicare i contenuti di ricerche di frontiera e, sotto certi aspetti, di avanguardia, in grado, talvolta, di innovare la trattazione condotta all’interno di alcuni settori scientifico-disciplinari, sia in termini metodologici, sia di contenuto [13]. è il segnale di un accresciuto interesse verso i temi legati ai fenomeni di mobilità delle persone, che si misura non solo attraverso indicatori bibliometrici, ma che è in grado di esprimere anche importanti avanzamenti qualitativi.
Le riviste tematiche e l’universo culturale impegnato sul tema delle migrazioni
Il terzo gruppo di riviste convenzionalmente identificato in una prima classificazione dei periodici scientifici e culturali che si occupano di migrazioni è quello che si riferisce a iniziative tematiche o a pubblicazioni espressione di istituzioni e organizzazioni fortemente impegnate sulla questione, non solo in termini di approfondimento scientifico, ma, in alcuni casi, in maniera tale da affiancare l’attività editoriale a una mobilitazione che spazia dall’opera caritatevole in favore dei migranti alla gestione di progetti più strutturati. Proprio in tal senso, l’universo cattolico annovera numerose esperienze di riviste che, a partire dall’impegno religioso, sono state e sono tuttora in grado di proporre una notevole elaborazione in tema di migrazioni. è il caso, ad esempio, del periodico “People on the move”, di diretta emanazione del dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale della Santa Sede. Nata nel 1971 in seguito all’iniziativa dell’allora Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, la rivista era precedentemente intitolata “On the move. Migrazioni e turismo” e perseguiva l’obiettivo di “provvedere, nelle misure consentite, al bene spirituale della gente che, ad onde incalzanti, si muove sulle strade del mondo” [14]. Di fatto, nel corso degli anni, “People on the move” ha affrontato una congerie ampia e articolata di questioni riferite all’intreccio tra mobilità e appartenenza religiosa delle persone. Di notevole importanza è anche l’opera di documentazione promossa dalla rivista nel tempo, che, solo per fare un esempio, rende oggi accessibile alla consultazione gli atti, i discorsi e i comunicati prodotti nel corso delle sessioni plenarie del Pontificio consiglio per la pastorale dei migranti e gli itineranti.
Più incentrata sulla dissertazione teologica in relazione al fenomeno delle migrazioni è, invece, l’attività dell’“Urbaniana University Journal”, espressione della Pontificia Università Urbaniana. Il periodico ha accolto diversi approfondimenti in materia di mobilità e ha recentemente proposto un numero monografico intitolato Le migrazioni tra pensiero teologico e azione pastorale, con all’interno contributi sulla sfida per la chiesa rappresentata dalla crescita dei movimenti migratori a livello globale, sulla teologia dei migranti e sul rapporto tra famiglie immigrate e sacerdozio cattolico [15].
Più di taglio mondialista si presenta la rivista “Scalabriniani”, organo della congregazione dei missionari di san Carlo, fondata da Giovanni Battista Scalabrini, fortemente legata all’impostazione in tema di migrazioni del suo fondatore, soprattutto riguardo alla opportunità di intendere la mobilità quasi come una vocazione degli esseri umani nei confronti della quale corrispondere un organizzato impegno ecclesiologico [16]. In tal senso, il periodico presenta, praticamente in ogni fascicolo, riferimenti e approfondimenti sui movimenti migratori, sia in termini di ricognizione sulla mobilità connessa all’attività missionaria degli scalabriniani, sia offrendo ricostruzioni di migrazioni forzate e spostamenti di popolazione i cui dettagli vengono ricostruiti attraverso il servizio di informazioni provvisto dalla rete delle missioni nel mondo. Le ultime dieci annate sono consultabili on line e offrono, talvolta, focus e approfondimenti, che è difficile rinvenire nel circuito dell’informazione mainstream.
Anche le ultime edizioni dei due organi della Fondazione Migrantes, “Servizio Migranti” e “Migranti-Press”, sono disponibili on line e testimoniano, insieme ad altre attività, l’impegno in materia di migrazioni dell’organismo pastorale della Conferenza Episcopale Italiana. La prima rivista propone un’impostazione molto in dialogo con i riferimenti teologici che considerano il tema della mobilità delle persone. In diversi numeri viene approfondita la conoscenza del magistero dei papi sulle migrazioni, mentre è costante il riferimento al ruolo della Chiesa in favore dei migranti anche attraverso l’attualizzazione della lettera dei testi sacri. “Migranti-Press”, invece, assume più la forma di un bollettino, per mezzo del quale, la Fondazione Migrantes pubblica i risultati di analisi e ricerche specifiche, reportage e dossier su studi di caso, commenti sulle questioni legate ai movimenti migratori nel tempo presente, con particolare attenzione, nelle ultime annate, all’immigrazione straniera in Italia. Entrambe le riviste concedono molto spazio anche ai temi riferiti all’emigrazione italiana all’estero, producendo una promozione dei dossier annualmente pubblicati dalla Fondazione Migrantes attraverso l’uscita del Rapporto Italiani nel Mondo – RIM.
L’universo cattolico non esaurisce la configurazione della pubblicistica religiosa sulle migrazioni. Esiste, infatti, anche una mobilitazione editoriale in campo protestante che promuove l’uscita di articoli e approfondimenti sul tema. Uno dei prodotti di tale impegno è la rivista “Confronti”, edita dalla Cooperativa Nuovi Tempi, di derivazione evangelica. Il mensile ha affinato, nel corso del tempo, la sua capacità di occuparsi della mobilità delle persone, sia riguardo alla presenza straniera in Italia, sia analizzando movimenti di altra natura. Negli ultimi cinque anni, la rivista “Confronti”, con il suo centro studi, ha sostenuto, insieme all’istituto di ricerca Idos, la pubblicazione annuale del Dossier Statistico Immigrazione che ha raccolto l’eredità del fascicolo precedentemente a cura della Caritas.
Anche al di fuori dell’ambito religioso, si riscontra la presenza di riviste espressione di istituzioni e organizzazioni. “Affari Sociali Internazionali”, ad esempio, è di derivazione governativa. Fondata all’inizio degli anni Settanta per iniziativa della Direzione Generale dell’Emigrazione e degli Affari Sociali del Ministero degli Affari Esteri, è passata dall’occuparsi dell’emigrazione italiana all’estero, in un momento in cui si manifestavano il riflusso degli espatri e il fenomeno delle migrazioni di ritorno, ad analizzare le mobilità nuove che hanno riguardato l’Italia negli ultimi decenni, come l’immigrazione straniera e il nuovo esodo di braccia e menti verso l’estero [17]. “Dialoghi Mediterranei” è, ad esempio, il periodico bimestrale dell’Istituto Euro-Arabo ed è diretto dall’antropologo Antonino Cusumano, autore, tra l’altro, di una delle prime ricerche scientifiche sul fenomeno dell’immigrazione straniera in Italia al suo manifestarsi [18]. La rivista promuove un’ampia e frequente pubblicazione di contenuti, resa possibile dalla scelta di trasformarsi anche in strumento di divulgazione scientifica sulla rete. Il taglio degli approfondimenti è etno-antropologico e molti degli articoli pubblicati sono, di fatto, la rielaborazione di ricerche di campo. In tema di migrazioni, “Dialoghi Mediterranei” ha prestato particolare attenzione alla portata sociale e culturale delle mobilità innestatesi sulle tradizionali direttrici di scambio a livello euro-mediterraneo, con particolare riferimento ai movimenti migratori di natura post-coloniale.
Incentrata sulla dimensione geopolitica delle migrazioni è la rivista “Afriche e Orienti”, che, a oggi, si attesta su una linea editoriale in grado di consentirle di essere uno dei principali strumenti scientifici per la ricostruzione della storia e della natura di movimenti migratori intra-africani e intra-asiatici. Anche in questo caso, è particolarmente presente, tra i temi considerati, la migrazione come eredità del passato coloniale e come riflesso delle dinamiche post-coloniali. Nello specifico, “Afriche e Orienti” contempla, soprattutto riguardo allo scenario del continente africano, la ricostruzione e l’analisi delle mobilità connesse alle crisi sociali ed economiche e alla instabilità politica degli stati sorti all’indomani delle decolonizzazioni.
A iniziative promosse nel perimetro di uno specifico settore è uniformata la pubblicazione delle due riviste “Popolazione e Storia” e “Neodemos”. La prima è l’organo della Società Italiana di Demografia Storica – SIDeS e ospita ricerche che puntano alla ricostruzione diacronica, attraverso dati quantitativi e qualitativi sui flussi di popolazione, relativa all’emigrazione italiana all’estero, ma anche alle migrazioni interne e, nell’ultimo periodo, all’immigrazione straniera in Italia. “Neodemos” è invece il risultato di una mobilitazione scientifica che trova nel sito www.neodemos.info il collettore di una serie di contributi di studiosi di demografia sul presente delle migrazioni, a livello globale e in riferimento a casi più circoscritti. La pagina presenta una specifica sezione denominata Migrazioni, in cui confluiscono articoli e approfondimenti sui principali avvenimenti che riguardano la mobilità delle persone e, in taluni casi, l’attualità del tema. La rivista rappresenta, oggi, uno dei canali principali di informazione sulle questioni che riguardano la misurazione e la portata delle migrazioni in numerosi contesti italiani, europei e mondiali.
Tra le riviste tematiche esistono, infine, titoli riferiti a particolari concentrazioni di interessi. è il caso, ad esempio, del periodico “Educazione Interculturale”, che propone particolari riferimenti al fenomeno delle migrazioni in contesti complessi, come quello della scuola e dell’istruzione, analizzando l’impatto della presenza straniera e della diversità derivante anche dalla mobilità delle persone, a contatto con le regole e l’istituzionalizzazione nei luoghi dell’apprendimento e della formazione. Ancora, “El Ghibli” si segnala per essere una rivista di letteratura della migrazione, che propone contenuti di narrativa e poesia transnazionale e che, nel corso del tempo, ha accolto produzioni originali come, ad esempio, le testimonianze di una letteratura dell’immigrazione straniera in Italia sempre più consolidata e diffusa.
Considerazioni conclusive
Una rassegna delle riviste italiane che si occupano, in vario modo, di migrazioni rischia di risultare poco esaustiva, rispetto alla mole dei contenuti prodotti oggi in tema di mobilità, e semplificatoria perché eccessivamente rigida in raffronto alla varietà di approcci che ogni iniziativa editoriale sposa nella sua attività. La necessità di classificare i profili dei periodici che in Italia danno conto della mobilitazione scientifica e analitica presente intorno ai fenomeni migratori è avvertita, tuttavia, in ragione di due questioni attinenti proprio allo stato dell’arte degli studi in materia: la moltiplicazione delle ricerche sulle migrazioni verificatasi a partire dall’inizio del nuovo millennio; il fatto che le mobilità siano fenomeni adatti a essere compresi a partire da punti di vista differenti, talvolta in contrasto tra loro, talvolta dialoganti all’interno di un comune spazio di riflessione. Se la prima di tali questioni pone un problema di selezione e, appunto, di classificazione dei contenuti e delle iniziative disponibili, la seconda stimola fortemente la riflessione, anche a livello editoriale, in merito al tipo di mobilitazione che si registra su temi specifici. Entrambe interessano in maniera importante l’attività delle riviste che in Italia si occupano di migrazioni. La crescita degli studi sul tema, infatti, ha prodotto sia un’evoluzione dell’attività dei periodici più tradizionalmente specialistici, sia l’aumento di interventi e contributi presenti in contesti generalisti. Nel corso del tempo, le riviste sono diventate i luoghi in cui, dal punto di vista contenutistico, si è provveduto a proporre nuove categorizzazioni e a sistematizzare gli studi su aspetti particolari o filoni tematici. Si è giunti alla disponibilità di contenuti quantitativamente considerevoli che, in alcuni casi, sono disponibili alla consultazione grazie al crescente sforzo di digitalizzazione del patrimonio della pubblicistica periodica accumulatosi nell’arco di decenni. Nell’ambito di una situazione del genere è possibile rintracciare elementi che consento di proporre classificazioni e riordini. Al tempo stesso, le riviste sono diventate anche il principale luogo di confronto tra le prospettive di analisi diverse attraverso cui il tema generale delle migrazioni è preso in considerazione. Una tensione interdisciplinare nell’analizzare le mobilità ha interessato la produzione di molti periodici, anche di quelli dichiaratamente afferenti a discipline ben individuate e anche in uno scenario che favorisce l’iperspecializzazione.
[1] Per una ricognizione sulla crescita degli studi storici in materia di migrazioni, ad esempio, sia concesso un rimando a Donato Di Sanzo, Migrazioni e lavoro. Una rassegna storiografica della produzione italiana nell’ultimo ventennio, “Proposte e Ricerche”, 88 (2022), pp. 105-115.
[2] Migrazioni e nuove prospettive pastorali. Lettera dell’Em.mo Card. Carlo Confalonieri, “Studi Emigrazione”, 1 (1964), p. 3.
[3] Dalla presentazione della rivista, leggibile al link https://www.asei.eu/it/chi-siamo/.
[4] Passato e presente delle migrazioni bracciantili, a cura di Michele Colucci, Stefano Gallo e Michele Nani, “Archivio Storico dell’Emigrazione Italiana”, 16 (2020).
[5] Giovanni Gozzini, Migrazioni ieri e oggi: un tentativo di comparazione, “Passato e Presente”, 61 (2004), pp. 1-30.
[6] Paola Corti, L’emigrazione italiana e la sua storiografia: quali prospettive, “Passato e Presente”, 64 (2005), pp. 1-7.
[7] Vittorio Cappelli, Immigrazione e urbanizzazione. La presenza degli italiani nelle “altre Americhe”, “Passato e Presente”, 71 (2007), pp. 1-24.
[8] Anna Badino, Le immigrate e il lavoro marginale nel Piemonte del Boom Economico, “Passato e Presente”, 76 (2009), pp. 1-22.
[9] Paola Corti, Le dinamiche dell’italianità nella storia delle migrazioni nazionali, “Passato e Presente”, 84 (2011), pp. 87-100.
[10] Alessio Marzi, Marcinelle: storia, memorie e uso pubblico dell’emigrazione italiana, “Passato e Presente”, 92 (2014), pp. 55-68.
[11] Andrea D’Onofrio, I profughi tedeschi nella Germania del secondo dopoguerra, “Passato e Presente”, 93 (2014), pp. 41-66.
[12] Michele Colucci, Immigrazione come storia: un percorso a tappe dentro l’Italia repubblicana, “Passato e Presente”, 108 (2019), pp. 5-17.
[13] Si vedano, ad esempio, solo per citare la produzione in materia di migrazioni dei periodici di storia contemporanea, gli indici degli ultimi dieci anni di riviste come “Italia Contemporanea” e “Società e Storia”.
[14] Cfr. la ricostruzione della storia della rivista al link https://www.humandevelopment.va/it/risorse/archivio/mobilita-umana/rivista-people-on-the-move.html su cui è consultabile anche un dettagliato indice per argomento.
[15] Cfr. il link https://www.urbaniana.press/fascicolo/uuj-2022–3/9841.
[16] Sul punto e per un riferimento sull’opera scalabriniana si veda, tra gli altri, L’ecclesiologia di Scalabrini, a cura di Gaetano Parolin e Agostino Lovatin, Roma, Urbaniana University Press, 2007.
[17] Per una ricostruzione della storia della rivista cfr. Adriano Benedetti e Franco Pittau, Affari Sociali Internazionali: quaranta anni di una rivista illustre, 1 luglio 2019, http://www.istitutoeuroarabo.it/DM/affari-sociali-internazionali-quaranta-anni-di-una-rivista-illustre/.
[18] Cusumano ha studiato, negli anni Settanta, la vicenda dell’arrivo dei tunisini nella Sicilia occidentale e la sua ricerca è confluita nel suo volume Il ritorno infelice, Palermo, Sellerio, 1976.