Per una storia politica dell’emigrazione

Emigrazione italiana e antifascismo in esilio

Agli specialisti è ben noto, sin da quando il tema incominciò ad essere oggetto di indagine storiografica al principio degli anni Cinquanta, che il tratto distintivo dell’emigrazione antifascista italiana, subito evidenziato da un’analisi comparativa delle migrazioni politiche novecentesche, è la rilevanza del nesso tra esilio politico e diaspora economica, determinato da due distinti fattori1.
In primo luogo va ricordata la composizione dei flussi in uscita dall’Italia nei primi anni Venti, caratterizzati dalla nutrita presenza di lavoratori la cui decisione di spostarsi all’estero nasceva non solo da ristrettezze economiche patite in Italia, ma anche, e in molti casi soprattutto, dal bisogno di “cambiare aria”, di abbandonare luoghi di residenza nei quali la vita si era fatta rischiosa ed insostenibile a causa degli attacchi dello squadrismo fascista e la possibilità stessa di conservare o trovare un’occupazione era compromessa dalle intimidazioni, dall’emarginazione sociale e dai veri e propri “bandi” con cui i fascisti, divenuti padroni del territorio, colpivano i militanti più in vista, sul piano locale, della sinistra politica e sindacale.

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Itinera. Paradigmi delle migrazioni italiane

Itinera. Paradigmi delle migrazioni italiane

Maddalena Tirabassi (a cura di), Itinera. Paradigmi delle migrazioni italiane, Edizioni Fondazione Giovanni Agnelli, Torino, 2005, pp. 362

Itinera. Paradigmi delle migrazioni italianeQuesto volume si presenta come un’occasione di confronto tra esperti di migrazioni internazionali passate e recenti, nonché come una verifica sull’applicabilità di alcune nuove definizioni al paradigma migratorio italiano. Sollecitate dai più recenti fenomeni di globalizzazione, le discipline sociali hanno sviluppato un linguaggio considerato più aderente ad un mondo in rapido mutamento. Si è ricercato così un vocabolario ampio, capace di rappresentare i fenomeni che si manifestino a cavallo di più Stati, e che spieghi la tendenza dei migranti contemporanei a non assimilarsi nelle società di accoglienza ma a mantenere una rete di fitte relazioni con i luoghi di origine.
Il libro in esame si divide in tre parti dedicate al “Transnazionalismo”, alla “Diaspora” e alle “Generazioni”, con il contributo di 16 autori provenienti da paesi e aree di studio differenti, per un totale di 14 saggi che rileggono e valutano l’esperienza delle migrazioni italiane alla luce di queste più recenti categorie interpretative.

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