If the Sidewalks of These Streets Could Talk
Gli studi svolti o coordinati da Werner Sollors a partire dalla seconda metà degli anni Ottanta hanno contribuito all’affermazione sia del concetto di etnia come fluida costruzione sociale e culturale, soggetta a un continuo processo di rinegoziazione tramite l’interazione tra le comunità immigrate e la società di adozione (Beyond Ethnicity, New York Oxford University Press, 1986; The Invention of Ethnicity, ivi, 1989), sia del principio che l’americanistica debba includere anche l’analisi dei testi creati dalle minoranze statunitensi in lingue differenti dall’inglese (Multilingual America, New York, New York University Press, 1998). Marina Cacioppo ricorre a queste due nozioni per svolgere un’acuta riflessione su come sia stata rappresentata e si sia trasformata l’identità italo-americana attraverso un esame attento e originale di tre generi […]
Su questa rivista abbiamo più volte segnalato l’importanza degli archivi ecclesiastici per lo studio dei movimenti emigratori. Un recente volume corrobora con le sue indicazioni questa petizione di principio.
Tra tutte le correnti migratorie regionali italiane, quella piemontese è notoriamente una delle più studiate. Questo è avvenuto – come rilevato dai più recenti bilanci storiografici sulla dimensione regionale dell’emigrazione italiana – grazie alle numerose iniziative che in Piemonte sono state intraprese a livello regionale, subregionale e locale, con il supporto di enti, istituzioni e fondazioni particolarmente attente a questa importante componente della storia della regione. Nell’ambito di questa nutrita produzione bibliografica il volume di Libert colma tuttavia un vuoto, perché si concentra su una delle realtà provinciali finora meno analizzate. Come è stato infatti rilevato nell’ampia rassegna bibliografica, pubblicata dalla Regione Piemonte nel 1999, l’astigiano ha ricevuto minore attenzione, nelle ricerche sull’emigrazione regionale, pur trattandosi di una delle aree con una vocazione migratoria molto antica.